MotoGP Mugello 2015: quando la velocità in rettilineo non basta

MotoGP 2015 - Andre forte sui rettilinei non sempre è sufficiente. La Yamaha al Mugello è davanti senza essere la più veloce.

Di Gianluca Salina
Pubblicato il 30 mag 2015
MotoGP Mugello 2015: quando la velocità in rettilineo non basta

Nella conferenza stampa di ieri Andrea Dovizioso aveva detto che le velocità, al Mugello, sono importanti e che sul rettilineo della pista tricolore, in particolare allo scollino, più ancora che su quello di Losail, i piloti per un attimo si ritrovano a pensare a quanto le MotoGP di oggi vadano forte.

Puntualmente, le prove libere del GP d’Italia (questi gli orari tv), hanno finora confermato il tutto, ponendo ancora una volta in cima all’ideale classifica la Ducati che, con Andrea Iannone, è passata alla speed trap a 349,8 km/h.

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Considerando che il record del circuito toscano apparteneva proprio al pilota di Vasto, con i 349,6 km/h ottenuti lo scorso anno, è facile pensare che il muro dei 350 all’ora verrà abbattuto una seconda volta in questa stagione dopo il Qatar, probabilmente oggi durante le prove ufficiali.

I due aspetti che fanno più specie però, parlando di velocità massima della premier class a due ruote, sono le quattro Ducati davanti a tutti, seguite da una Yamaha (Smith) ed altre due moto di Borgo Panigale, con Lorenzo e Rossi abbastanza distanziati, come praticamente sempre avvenuto in nelle gare del campionato 2015.

Che le moto ufficiali di Iwata siano complessivamente le più performanti lo dice la classifica (il pesarese ed il maiorchino sono primo e secondo nel mondiale), ma di certo non le più rapide in rettilineo, dove hanno finora pagato gap compresi tra i 4,5 km/h del GP di Argentina e gli 8 km/h registrati sul Circuit of the Americas.

La spiegazione di ciò risiede verosimilmente nella sistematica adozione, da parte delle Yamaha ufficiali, di rapporti del cambio lievemente più corti di quanto non adottino, ad esempio in Tech3, cosa che finora, e considerato anche il nuovo record della pista ottenuto da Lorenzo nelle FP3 di stamattina, sembra pagare.

Il risultato è che, pur penalizzati, a livello teorico, come punta massima, i piloti Movistar vedono privilegiata la trazione, che consente alle loro moto di distendersi sul lungo in modo praticamente analogo agli avversari, con un vantaggio in uscita di curva, a patto di trovare il setup che consenta di scaricare a terra nel modo migliore i cavalli del motore.

In Qatar questa sorta di quadratura del cerchio è servita a mettere in riga tutti gli avversari. Sarà la stessa cosa anche domani? Le Ducati in particolare non sembrano molto d’accordo.

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