MotoGP Aragon: Pedrosa, "graffio" vincente, Lorenzo s'accontenta. Bel podio di Dovizioso.Rossi "fuori misura" cancella Misano
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Dispiace scriverlo, ma non temiamo gli strali di nessuno: gare così, come questa di Aragon, non ci piacciono. Perché ognuno recita al “ribasso” il proprio ruolo, adeguandosi alle situazioni che si determinano in pista. Onore comunque a Dani Pedrosa, freddo fiocinatore e dal martello cadenzato e potente come quello di un fabbro ferraio, e che ha vinto una corsa che non poteva perdere, rosicchiando cinque punti in classifica a un Jorge Lorenzo, troppo agganciato al misurino, assolutamente deciso a non commettere errori, specie dopo il segnale di una imbarcata da cartellino rosso.
Il campionato scorre verso Lorenzo ma resta aperto: non è poco per tenere accesa la tv fino alla fine di una stagione sempre più fioca. L’assenza di Casey Stoner pesa e come! Incide sullo show, modifica i parametri qualitativi tecnico-agonistici di una corsa che sposta in basso l’asticella per la vittoria.
In condizioni di asciutto e su tracciati misto-veloci dome quello di Aragon, Pedrosa riesce a tirar fuori il massimo dalla sua Honda, qui decisamente in vantaggio sulla pur superba Yamaha che, oltre al secondo posto del maiorchino, si piazza al terzo, quarto, quinto posto con Dovizioso che ritrova alla grande il podio, con Crutchlow – quarto – che ruggisce forte ma con qualche stecca, con Spies – quinto – oramai proteso a voltar pagina verso un 2013 che gli faccia dimenticare una stagione partita con ben altre aspettative.
La Ducati esce peggio dalla gara di come era uscita dalle prove e dalle qualifiche. Rossi e Hayden sono andati subito fuori, con il pesarese rientrato in pista dopo un lungo da “principiante” al primo giro e un altro out nel finale, e con l’americano protagonista di una brutta botta che ha riproposto tutti i limiti della sicurezza in questo, ma anche in altri circuiti dell’ultima generazione. Le moto della Casa di Borgo Panigale non saranno vincenti, ma ancora una volta – oggi ancor in modo più significativo che in altre occasioni – sono stati i piloti a mostrare tutti i loro limiti, fino a dubitare della loro “lucidità” agonistica. Sì, va preso atto che la corsa di Misano, per Rossi, è stata la classica rondine che non fa primavera.
Da segnalare ancora il proseguimento dell’apprendistato di Rea sulla Honda di Stoner: senza errori (e non è poco!) ma anche senza spunti di particolare entusiasmo. Nessuno vuole e può mettere la croce addosso a un bel pilota qual è Rea, impegnato fra l’altro dalla Honda in tutt’altra direzione, in Sbk. Ma è la riconferma non solo della difficoltà di interpretare e gestire al top una MotoGP di questo livello ma anche di qual è il valore di un fuoriclasse come Casey Stoner.