MotoGP Montmelò, dominio Yamaha con Lorenzo e Rossi. Marquez ko
La MotoGP torna saldamente in mano alla Yamaha con Jorge Lorenzo mattatore e Valentino Rossi suo degno scudiero.
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Dopo l’exploit della Suzuki con la storica doppietta nelle qualifiche di Montmelò la MotoGP torna saldamente in mano alla Yamaha con Jorge Lorenzo mattatore, capace di uno straordinario poker – quattro vittorie consecutive negli ultimi quattro gran premi – e con Valentino Rossi suo degno scudiero.
Quindi Jorge Lorenzo, il cannibale, sugli altari, Marc Marquez nella polvere, ancora ko per una caduta, l’ennesimo errore che gli fa forse dire addio al mondiale.
Una gara senza storia ma molto importante per la corsa al titolo, con Lorenzo che oramai corona felicemente il suo inseguimento a danno di Rossi, comunque gran difensore della propria leadership adesso ridotta a un misero punticino (138 punti contro 137) e soprattutto con il maiorchino che piega le velleità di Marquez, la cui ennesima caduta lo riporta rovinosamente tra i … terrestri.
Lorenzo, si dice, va forte perché corre da solo, davanti a tutti. Ma questa è la dimostrazione di una capacità che solo i grandi del motociclismo hanno avuto e hanno, quella cioè di prendere la testa della corsa, di pestare duro sul cronometro, di non commettere errori, di giocare al gatto col topo.
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Onore a Jorge ma anche a Rossi, ancora a podio, su un gradino importante, protagonista di una gara maiuscola, di gran passo e di grande intelligenza tattica e agonistica. In sintesi, Yamaha dispone di due moto eccellenti e di due piloti altrettanto eccellenti, non a caso primi e secondo nel mondiale.
Honda si difende con Pedrosa, ma senza Marquez non vince e si salva a mala pena dall’umiliazione.
E gli altri? Detto di Marquez, cui si impone una profonda riflessione critica e autocritica (idem per la Honda), il resto non ha storia che merita il racconto.
Ducati, fuori Dovizioso per caduta, deve accontentarsi del quarto posto di Iannone lontanissimo dal podio e a una vita da Lorenzo ma salito al terzo posto in classifica davanti al compagno di squadra. Peggio ancora per Suzuki, con Vinales sesto, anche qui dopo il fuori pista di Espargaro.
Tutto qui? Tutto qui. Abbiamo visto di meglio, molto meglio.
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