Dottor Costa: "voglio bene a Max come al figlio prediletto che non mi ha tradito mai"

Superbike - Il Dottor Costa scrive a Max Biaggi prima del Gran Premio della Malesia

Di Gianluca
Pubblicato il 30 lug 2015
Dottor Costa:

Il Dottor Costa ha scritto a Max Biaggi attraverso il proprio blog, come recentemente ha fatto a Valentino Rossi bacchettandolo per il sorpasso su Marc Marquez ad Assen e definendo il pilota spagnolo ‘vincitore morale‘ del Gran Premio d’Olanda.

Ma il messaggio, e l’augurio, del mitico ‘Dottore delle corse‘ ha un sapore diverso. Sembra davvero la raccomandazione di un padre che vede il figlio partire per andare a correre l’ennesimo GP. Come di fatto sta facendo Max Biaggi, alla vigilia del suo ennesimo Gran Premio, senza la pretesa di voler dimostrare niente a nessuno, non ne ha certo bisogno, ma con la voglia di divertirsi ancora come un ragazzino. Magari insegnando ancora una volta qualcosa a qualcuno, a quei giovani piloti che corrono nelle varie categorie delle derivate dalla serie.

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Ecco cosa ha scritto il Dottor Costa al Corsaro sei volte campione del mondo:

Caro Max,
il cuore dei fanciulli è sedotto dalle cose curiose; non si interessa di ciò che è conosciuto, ma di ciò che è intricato. È in virtù di questa forza che i ragazzi trovano la spinta per costruire la realtà, sorretti dalla loro spontanea creatività. Tu, Max, eri e sei tutto ciò: il desiderio inesauribile di conoscere, conoscersi e creare. Un poeta che gioca per disporre di tutto il mondo nella sua strabiliante ricchezza. Sei talmente artista che per te non esiste né esisterà la vecchiaia.
Illudersi nella vita vuol dire giocare con l’insolito e tu questo stai facendo. Sei tornato in pista da Campione. Stai scrivendo non una storia, ma quello che sta oltre alla storia: il desiderio insaziabile di emozioni. Un eterna fanciullezza dove il regno dei desideri non si corrompe mai. Il desiderio di correre con una spalla rotta a Suzuka, in Giappone, e prendere quella manciata di punti per vincere il mondiale. Il desiderio folle di correre al Mugello con i fili di duro acciaio che trattenevano le fratture della mano; di chiedere, dopo il risveglio da una delicata e lunga operazione al piede gravemente fratturato, una pizza alla romana. In una parola, non sorprende affatto che da buon adulto, invece di fare il bravo presentatore, tu corra il mondiale Superbike. In Malesia, dopo la corsa di Misano, non so se salirai i gradini del podio, ma sono certo che sfoglierai le pagine di una metastoria dove si leggono queste indelebili parole: Tu Max sei il mito del puer eterno, la leggenda della fanciullezza.
Un giorno, commentando il mondiale SBK a Imola, hai detto che mi vuoi bene come a un padre. Mi hai commosso. E con il cuore stretto dall’emozione, oggi ti rispondo: “E io tantissimo, come al figlio prediletto che non mi ha tradito mai. Vai, e che le nuvole mai stanche della Malesia ti accompagnino sul podio della gloria senza età”.
Tuo, dottorcosta.

Non si è fatta attendere la risposta del pilota romano:

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