Sbk Sepang, due gare da inseguimento per Biaggi il “Corsaro”
Nelle corse, il venerdì di prove non vale le qualifiche del sabato e queste, pur significative perché determinano la griglia di partenza, non mettono ipoteche sulle gare di domenica.
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Questo per dire che se il bel miglior tempo fatto segnare da Biaggi nella prima giornata di prove a Sepang aveva un significato più psicologico che reale, il quarto miglior tempo della Superpole odierna non vuol dire che il “corsaro” sia fuori dalla lotta che domani si accenderà per il podio.
Nel gran rientro di Misano dopo oltre 3 anni di assenza dalle corse il 44enne fuoriclasse romano partì dalla quinta posizione e finì due volte sesto. Risultato più che onorevole ma, indubbiamente, al di sotto delle aspettative e del … clamore dell’evento.
Tant’è che Biaggi prometteva (promette) che a Sepang – dove non corre dal 2005 – sarebbe stato (sarà) : “meno dolce di Misano e più salato”. Al di là del cronometro e delle dichiarazione di comodo, l’impressione è che Biaggi oggi non abbia voluto … “esagerare”: non che non si sia impegnato per fare il miglior tempo possibile ma che abbia deciso di non giocare tutte le carte, puntando tutto sui due round di domani.
Il motivo? Vediamo. Con l’eventualità di pista bagnata, i tempi di questa Superpole hanno scarsissimo valore. Su pista asciutta il “Corsaro” sa bene, dati alla mano, che può giocarsela. L’obiettivo (realistico) di Max è il podio. La vittoria (mai dire mai!) rappresenta un exploit extra, difficilmente raggiungibile in condizioni “normali”.
In questo caso la posizione allo start di primo pilota della seconda fila è ottimale perché permette di … controllare la situazione fra le lepri davanti e gli inseguitori dietro. Ciò è ancor più vero date le caratteristiche del circuito – lungo, ampio, veloce e con due rettifili infiniti – caratteristiche che ben si adattano al potenziale attuale del binomio italiano.
In questa situazione e in queste condizioni non vogliamo dire che per Max partire in testa sarebbe stato un handicap: fatto sta che, anche per una questione di immagine, è meglio guadagnare posizioni da dietro, inseguendo, che perdere la testa della corsa facendosi arrivare e passare dagli altri.
Si dirà: ma non era Biaggi il pilota a proprio agio nelle partenze a razzo e nelle fughe solitarie? Sì, ma gli anni passano e il ragionamento sopra esposto è realistico e si basa anche sulle esperienze di altri piloti di ieri e di oggi.
A suo tempo, anche Agostini (solo per citare il più famoso) cambiò tattica, passando negli anni da corse impostate sulla fuga a quelle impostate sul passo, sul recupero di posizioni, sugli inseguimenti da applausi.
E non c’è oggi Valentino Rossi gran protagonista di grandi e osannati inseguimenti, a volte coronati dalla vittoria?
Ecco, da Biaggi domani ci aspettiamo questo: una gara (meglio due) da grande regista, un controllo fenomenale della situazione, con inseguimento da applaudire e risultato finale da incorniciare.
Sarà così? Domani si saprà. Difficilmente il “Corsaro” deluderà.
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