MotoGP Indianapolis, Marquez in pole, pronto alla fuga. Pedrosa “tappo” per Lorenzo? Aspettando Rossi
S’accontenta (si fa per dire), Marc Marquez del suo 1’31.884, un signor tempo fatto segnare all’inizio delle Q1 che gli consente di conquistare il primo posto in qualifica.
S’accontenta (si fa per dire), Marc Marquez del suo 1’31.884, un signor tempo fatto segnare all’inizio delle Q1, crono che gli consente di conquistare il primo posto in qualifica e partire domani, in gara, davanti a tutti.
Nel mitico toboga di Indy, dove si gira attorno all’uno e trenta, conta filar via subito in testa e lasciare agli altri il lavoro sporco di uscire, indenni, dal gruppone. Gli altri chi?
Non Dani Pedrosa, secondo miglior tempo (il primo pilota sopra l’uno e 32, +0,171), alla (disperata?) ricerca di una vittoria che manca da troppo tempo e per nulla rassegnato al semplice ruolo di scudiero di Marquez, cui servono più del pane i punti pieni di una nuova vittoria e piloti che possano passare sotto alla bandiera a scacchi dietro di lui e davanti a Rossi e a Lorenzo.
Su un tracciato come questo Pedrosa potrebbe tentare il colpaccio, anche se Marquez pare avere davvero il vento in poppa e in HRC, dove gli ordini di scuderia non si danno perché sta ai piloti capire da soli quel che si deve fare, tutti “tifano” per Marc nella certezza che il miracolo di riagguantare Rossi (oggi solo ottavo 1’32.511) e Lorenzo (terzo tempo, 1’32.186) sia ancora possibile.
E’, oltre che un problema di motori, telai e gomme e di tattica, soprattutto una guerra di nervi, in Casa Honda come in Casa Yamaha. Più facile districare la matassa per la Honda, dato il divario (non solo rispetto alla classifica) fra Marc e Dani.
Difficile, molto difficile, invece, l’equilibrio della Yamaha, cui il decimo titolo iridato di Valentino Rossi porta medaglie (e soldi) a tutto il Team ma dove Jorge Lorenzo farebbe carte false per far saltare i disegni del pesarese compagno di squadra.
La strada del campionato è ancora lunga ma da Indianapolis i punti diventano davvero pesanti e un errore, per chiunque, costerebbe davvero caro.
Prima fila tutta spagnola, dunque, e seconda fila aperta da Crutchlow e chiusa da Smith, con l’exploit di Petrucci nel mezzo, ottimo quinto tempo: 1’32.243. Solo settimo Iannone, solo decimo Dovizioso, davanti ai fratelli Espargaro ma dietro al rookie Vinales. Insomma, gara in salita per i ducatisti ufficiali.
Per non dire di Rossi, costretto a scalare la montagna e ripetersi nel suo solito … inseguimento. E davanti?
Se Pedrosa fa da tappo, Marquez vola via e nessuno lo prende. Altrimenti baionetta in canna per Marquez e Lorenzo. Grande corsa.