Guy Martin: "Ho ancora voglia di correre!"
Il fuoriclasse inglese del Road Racing ritorna sul terribile incidente dell'Ulster GP: "Quel paraschiena ha veramente salvato la fottuta vita."
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All’inizio del mese di Agosto, lo specialista inglese del Road Racing Guy Martin era rimasto vittima di una spettacolare quanto rovinosa nel corso di una delle gare dell’Ulster Grand Prix, una delle manifestazioni più importanti dell’anno nell’ambito delle corse su strada. Nel corso della Dundroid 150 della classe Superbike, Martin incappava infatti in un improvviso high-side sulla BMW S1000RR del team Tyco che lo sbalzava prima in strada e poi in un prato a lato, una sequenza impressionante immortalata nel video sopra.
L’incidente ha lasciato Martin con diverse fratture tra vertebre, sterno e costole, ma sin dai primi reports, pur alla luce della gravità delle lesioni subite, il britannico non è mai stato considerato in pericolo di vita. Ricoverato per qualche giorno al venendo ricoverato al Royal Victoria Hospital di Belfast, in Irlanda del Nord, dove è puntualmente andato sotto i ferri.
A poche settimane di distanza dall’incidente, Guy Martin è già tornato al suo lavoro ‘regolare‘ di meccanico di camion – che da qualche anno alterna a quello di personaggio televisivo – e ieri ha ritornato a comunicare direttamente con i fans tramite un lungo post sulla sua pagina facebook ufficiale. Ve lo riproponiamo in forma integrale:
“Mi sono tenuto in disparte per qualche settimana perché non volevo che il mondo sapesse che mi ero scassato, ma vedo che il mondo già lo sapeva. E volevo assicurarmi tutto ciò che fosse stato divulgato provenisse direttamente da me. Ho ricevuto più di 100 biglietti di auguri e li ho davvero apprezzati, li ho letti tutti e penso che siano mega. Quindi grazie a tutti.”
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“Non ricordo nulla dell’incidente dopo aver picchiato a terra la testa, ma la roba Dainese e AGV con cui correvo è stata maledettamente brillante. Le pelli mi sono state tagliate, ma non avevano molti graffi. Ho dato una testata al suolo a 130 miglia all’ora [circa 210 km/h], sono scivolato e sono stato catapultato in un campo. La forza dell’impatto è stata massiccia. Io ho perso i sensi, ma devo dare merito al casco se non ho sofferto altri danni se non un occhio iniettato di sangue. Al giorno d’oggi non esistono più caschi-spazzatura, ma non avrei voluto indossare niente di diverso dal mio AGV.”
“Ho rotto alcune vertebre, ma devo dire che il paraschiena Dainese ha fatto il suo lavoro. Ha una struttura in alluminio a nido d’ape che è stato schiacciata dall’impatto, che è ciò che dovrebbe accadere, e adesso fa uno suono divertente se la si piega, ma io sono caduto nella serata di giovedi, sono stato operato nel pomeriggio di venerdì e sabato mattina ero in piedi. Il successivo giovedì ero già al capannone. Quel back-protector ha veramente salvato la fottuta vita.”
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Guy Martin ha espresso inoltre la sua gratitudine allo staff dell’ospeale che lo ha seguito, sottolineando come la sua degenza non avrebbe potuto essere migliore. I ‘danni’ subiti dal pilota britannico nella caduta sono stati comunque piuttosto rilevanti:
“Forse sono rivenuto a bordo pista, perché i commissari hanno detto che mi sono messo a dire le mie solite cavolate incomprensibili, ma io mi sono veramente svegliato in ospedale. Poi ci sono state tutte le solite domande: Dove senti dolore? Questo fa male? Mi hanno ricoverato al Belfast Royal e devo dire che non sono mai rimasto così colpito da un ospedale: tutto il personale è stato fantastico. Mi sono rotto cinque vertebre ma hanno messo placche su sei, dalla T4 alla T10, perché due sono instabili: significa che c’è la possibilità che possano muoversi e danneggiare la mia colonna vertebrale.”
“Mi hanno bloccato la spina dorsale, perché ho rotto anche lo sterno. Normalmente la parte anteriore sostiene la parte posteriore e viceversa durante la guarigione, ma io mi sono rotto entrambe. Il mio sterno è incrinato verso il basso al centro, ma si tratta solo di cartilagine e quindi non è stato fatto nulla per cercare di curarlo. Ho rotto cinque costole e anche due metacarpi della mano destra, che mi hanno placcato.”
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Il ritorno alla sua normale routine giornaliera – se così si può dire – non è andato esattamente ‘tutto liscio’ come inizialmente previsto, ma il 33enne campione di Grimsby ha ribadito come la sua intenzione, sul lungo termine, sia quella di ritornare a gareggiare:
“Sono tornato al lavoro da un po’, ma sto faticando con tutto. Sharon, la mia dolce metà, pensa che io sia un idiota per essere tornato al lavoro così presto, ma avevo trascorso quasi una settimana a casa e dovevo fare qualcosa. Però anche lei adesso ammette che essere tornato a lavorare mi ha dato una scossa, mentalmente e fisicamente. Non c’è miglior fisioterapista che lavorare sui camion, ma capisco quando sto facendo troppo: non voglio fare nulla che possa compromettere il mio recupero.”
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“Il chirurgo ha dovuto spostare i miei muscoli della spalla per inserire i ferri, poi li ha rimessi di nuovo a posto. Questo è ciò che mi sta causando il maggior fastidio, il muscolo, non le ossa rotte. Una buona parte del mio lavoro implica avere le mani sopra la mia testa, specialmente nella fossa con il camion sopra di me, ma finché non esagero riesco a cavarmela. Se diventa troppo, Moody o Belty vengono a darmi una mano, ma ogni giorno che passa divento sempre più forte.”
“Fare qualche giorno di assenza dal lavoro mi ha dato il tempo di pensare a quello che voglio fare, e tutte le cose che voglio realizzare e che ho dovuto lasciare in sospeso. Ho ancora voglia di correre, ma io non ho intenzione di stressarmi per decidere quando e dove.”
“Quindi grazie ancora per tutti gli auguri e i messaggi. Ciao.”
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