MotoGP Motegi: Dani Pedrosa, camomillo-jet
Raccomandato, sfigato, brocco. A Dani Pedrosa ne hanno sempre dette di tutti i colori e lui, impassibile, ha sempre risposto con i numeri. Con la vittoria di ieri a Motegi, sono 50, i successi nel Motomondiale.
I numeri dicono tre titoli mondiali, otto vittorie nella classe 125, quindici in 250 e ventisette in MotoGP, per un totale di 50 successi e 139 podi, che fanno di Daniel Pedrosa il nono pilota più vincente della storia del motociclismo ed il quarto assoluto per piazzamenti in gara nelle prime tre posizioni.
Non è un personaggio che buca lo schermo, con il suo non amare le luci della ribalta ed il tenere in ogni occasione un basso profilo. Sul “bravo ragazzo” della massima serie del motociclismo sportivo se ne sono sempre dette (e se ne dicono tutt’ora) di ogni.
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Dotato di un fisico inadeguato alle MotoGP, sfigato per avere avuto prima Stoner e poi Marquez come compagni di squadra, più soggetto dei colleghi a farsi male in caso di caduta, immeritatamente nelle grazie di Honda-HRC per tutti questi anni e chi più ne ha, più né metta.
Parole, almeno nella maggior parte dei casi perché, nonostante tutto questo, il pilota di Sabadell è sempre lì, ogni anno. Basti pensare che il suo peggior risultato in un campionato MotoGP è stato il quinto posto dell’anno di esordio, poi sempre tra la seconda e la quarta piazza.
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Ieri è stato certamente favorito dall’ottimo setup della sua Honda RC213V, così come dal suo fisico che, pesando da otto a quindici chili meno dei rivali, ha stressato meno gli pneumatici nelle difficili condizioni della pista di Motegi, ma ha vinto anche perché… ci ha dato del gran gas!
Certamente non potrà insidiare i record di Giacomo Agostini, né quelli di Valentino Rossi, ma quando ha la moto a posto ed è in giornata, chiunque voglia salire sul podio deve fare i conti anche con lui.
Dopo aver “imparato” a frenare forte nelle ultime stagioni, lo spagnolo sta mostrando anche insospettate doti di duellante corpo a corpo, aspetto in cui era sempre stato carente. Che la vita, per Pedrosa, inizi a trent’anni? Potrebbe, anche se occorrerebbe la buona pace di Rossi, Lorenzo e Marquez… e due di questi tre, l’anno prossimo avranno il dente avvelenato e proveranno a conquistare il mondiale che sarà sfuggito loro nel 2015.