Max Biaggi, dubbi e interrogativi sul forfait di Losail

Max Biaggi ha dato forfait e non correrà in Qatar. L'infortunio in bici sembra una scusa. Quali sono invece i reali motivi?

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 15 ott 2015
Max Biaggi, dubbi e interrogativi sul forfait di Losail

Il prossimo 18 ottobre i riflettori di Losail rischiareranno la notte del deserto ma la stella di Max Biaggi non brillerà in Qatar perché il “Corsaro” ha dato forfait. Il sei volte campione del Mondo non parteciperà in sella all’Aprilia ufficiale all’ultima gara del mondiale SBK 2015 perché lunedì una caduta in allenamento con la mountain bike sulle colline di Monte Carlo gli ha causato uno “stiramento dell’adduttore della gamba sinistra con grave interessamento al retto addominale”. Questa è la motivazione ufficiale data via twitter dallo stesso Biaggi che a 44 anni suonati chiude così, di fatto, con le corse iridate.

Un più che probabile definitivo “addio alle armi” che lascia l’amaro in bocca perché Max e l’Aprilia (con l’assordante tam tam dei media e con il codazzo munifico degli sponsor) puntavano alla grande vittoria finale dal valore di un mondiale, un fatto da epopea, l’ultimo show da incorniciare onorando una carriera luminosa pur se non priva di delusioni e di strascichi polemici.

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Motoblog ha già tracciato in questi giorni il percorso di avvicinamento di Biaggi e dell’Aprilia verso il Qatar, un appuntamento dove tutto era stato preparato al meglio (compreso il congruo ingaggio di Max) e niente lasciato al caso. Si dirà: un incidente extra può capitare a tutti! Già. Perché allora da più parti sorge il dubbio che la motivazione del forfait sia… diversa?

Biaggi, oltre che un fuoriclasse in pista, è atleta meticoloso, persino pignolo, intento a centellinare ogni minimo atto nella preparazione di una grande corsa come questa del Qatar, un campione di grande esperienza capace di misurare il rischio in pista e fuori in una sintesi al limite della perfezione, superando rarissimamente il punto di equilibrio che divide il trionfo da una debacle.

Perché l’Aprilia – probabilmente all’ultima sua presenza ufficiale nel mondiale SBK – che tanto puntava su un ultimo trionfo di Biaggi anche per i riscontri d’immagine a livello mondiale, non ha detto una parola su questo incidente chiudendosi in un “incomprensibile” no comment?

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Parafrasando Giulio Andreotti, a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. E’ accaduto qualcosa di extra che ha fatto saltare tutto l’ambaradan? Non serve Sherlock Holmes per individuare il fulmine a ciel sereno nel rinvio a giudizio di Biaggi per 18 milioni reclamati dal fisco italiano. Una tegolata giunta proprio quando Max si trovava in Qatar per i test in vista del Gran Premio. Lo stesso pilota ha subito dichiarato di essere “innocente”, estraneo alla vicenda. Vedremo. Per noi vale il principio che nessuno può essere considerato colpevole fino alla condanna definitiva. Ci auguriamo che Biaggi possa dimostrare nelle sedi dovute la propria innocenza.

Ciò detto non è difficile pensare quanto meno alla situazione di disagio in cui si è trovata – fra capo e collo – l’Aprilia, alias Piaggio, Gruppo al timone del quale c’è uno dei più importanti esponenti di quei “capitani coraggiosi” emblema dell’Italia che vanno a testa alta nel mondo e non possono certo sopportare simili “sospetti”, tanto meno essere associati a situazioni imbarazzanti di questa natura.

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Ovvio che Biaggi è una cosa e Aprilia e Piaggio un’altra cosa, quindi non legati da questioni extra corse. Ma è altrettanto ovvio che Biaggi è stato il simbolo della Casa di Noale così importante da far rientrare quest’anno in pompa magna già due volte il “Corsaro” come wild card nel mondiale Sbk, puntando nello show finale di Losail. Poi la botta del rinvio a giudizio. Così l’investimento su Biaggi può tradursi in un boomerang per l’Aprilia, per la Piaggio, per le aziende sponsor rischiando di imbrattarsi in una macchia non facile da cancellare.

L’Aprilia ha già le sue gatte da pelare, ha bisogno di correre nell’aria pulita e il gruppo Piaggio ha ben altre sfide da affrontare che respirare l’aria dei tribunali perché il proprio pilota – quello che fa da portabandiera – è accusato pesantemente di evasione fiscale. Speriamo di sbagliarci.

Ma il forfait di Max può non essere frutto di una banale caduta in bici bensì di una caduta di ben altro tipo. In questa nuova situazione, sentita l’aria di bruciato, potrebbe essere giunto l’alt al “Corsaro”, di chi decide. Il tutto nel classico filone della commedia Made in Italy.

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