Rossi, pesante punizione per il “fattaccio” di Sepang. Addio mondiale?
La decisione dei giudici per il fattaccio di Sepang non è di poco conto: 3 punti di penalizzazione a Rossi e partenza da dietro la griglia nell’ultimissima corsa di Valencia.
La decisione dei giudici per il fattaccio di Sepang non è di poco conto: 3 punti di penalizzazione a Rossi e partenza da dietro la griglia nell’ultimissima corsa di Valencia. Lorenzo farà ricorso perchè vuole la squalifica. Ci sono altri ricorsi.
Anche nello sport, anche nel motociclismo, le sentenze dei giudici (in questo caso dei giudici internazionali del motomondiale) si possono commentare e anche criticare ma poi, alla fine, si applicano. Applicandole c’è chi paga pegno, in questo caso Valentino Rossi, reo di aver colpito con una… “zampatina” Marc Marquez nell’infuriare della lotta per tentare di raggiungere Jorge Lorenzo, in quel momento secondo, e il battistrada – poi vincitore – Dani Pedrosa. ….
Nel motociclismo, non solo nelle categorie minori ma anche nel motomondiale, questi fattacci sono sempre accaduti e non sempre sono terminati a tarallucci e vino provocando sconquassi nelle classifiche di gara e di campionato, addirittura match pugilistici a bordo pista e nei box, polemiche furiose spesso alimentate ad arte.
Si dirà: è il motociclismo, bellezza! No, proprio perché l’arte del motociclismo è affascinante (oltre che per il rischio) in quanto sport complesso e raffinatissimo dove chi vince non è un gladiatore ma un atleta-campione capace di una sintesi mirabile di tecnica e di agonismo. Sempre nel rispetto altrui, anche nella battaglia più cruenta quando ci si gioca la vittoria di una gara o di un titolo.
Negli anni 50 e 60 prima della partenza di ogni corsa, nel silenzio assoluto (i motori erano spenti e la partenza avveniva a spinta) lo speaker gridava: “Signori corridori, lottate al massimo e con la massima sportività rispettando i vostri avversari, vinca il migliore!”.
Oggi il clima è surriscaldato ad arte, specie in tv, dove l’esaltazione corre sul filo fra sana passione e insana esaltazione a “scatenare l’inferno”, a darsi sportellate e chi più ne ha ne metta. Il risultato è quello visto oggi a Sepang, una “rissa”, non in una gara di lancio come la Moto3 con pilotini di gran livello ma di poca esperienza, una “rissa” fra due grandissimi protagonisti quali sono Rossi e Marquez.
Siccome definiamo questi atleti dei “fenomeni”, il loro comportamento non può essere quello dei comuni mortali cui va la mosca al naso bisticciando per il verde di un semaforo all’incrocio sotto casa. Questi sono piloti di grande esperienza, capaci di dominare forti tensioni, poco impressionabili da un gioco quando si fa duro o extra duro, piloti su cui pesano responsabilità che travalicano il motociclismo e lo sport investendo il business, con grandi affari a livello mondiale.
E’ per questo motivo che oggi nel motociclismo-torta dorata soprattutto grazie alla spartizione dei diritti televisivi questi magnifici piloti vengono pagati come mai in passato, strapagati come star internazionali. Nel momento in cui questi piloti “sgarrano” pagano anche fisicamente il rischio delle corse e quando non controllano i nervi nel fuoco della corsa commettendo gesti impropri e pericolosi, subiscono – come è giusto – la sanzione dei giudici di gara, troppo spesso anche troppo benevoli.
“La tensione mi dà energia” diceva Rossi sabato alla vigilia della gara. Certo, ma quell’energia non può debordare. E, come sempre (dovrebbe) nello sport e nella vita: chi sbaglia paga.
Oggi paga, pesantemente, Rossi.
Ma Lorenzo, non pago del responso dei giudici, fa ricorso perchè “Bisogna dare a Rossi una dura penalità”. Ecco. A Valencia gli spagnoli, Marquez e Lorenzo in testa, uniti contro Rossi. Come volevasi dimostrare. Che dicono Yamaha e Honda?