MotoGP: dopo il “can can” di Sepang, sponsor addio?
Dopo il contatto di Sepang e tutto quello che ne è conseguito, Repsol e Movistar minacciano di lasciare il Motomondiale
Che il “fattaccio” di Sepang del contatto fra Rossi e Marquez travalichi lo sport e metta in luce i limiti di gestione del motomondiale da parte della Dorna e della Fim è dimostrato altresì dalla minaccia di forfait da parte di due sponsor pesanti quali Repsol e Movistar. Stiamo parlando delle due aziende sponsor principali dei due più forti Team ufficiali della MotoGP quali Honda (Marquez e Pedrosa) e Yamaha (Rossi e Lorenzo), aziende che nel motociclismo investono ingenti risorse in cambio di un positivo ritorno di immagine.
Ora, al di là dei diversi toni, Repsol e Movistar si sentono danneggiate da quel che è accaduto a Sepang e dalle conseguenti polemiche, dicendo papale papale che i milioni di dollari spesi in MotoGP rischiano di diventare un boomerang, soldi che invece di promuovere e favorire una buona immagine aziendale, la affossano, con enormi danni.
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Aziende di questo tipo non investono capitali enormi sotto la spinta emotiva della passione ma esclusivamente (e in modo del tutto legittimo) per il loro tornaconto economico: spendo uno per ricevere almeno dieci. Quando, per motivi diversi, i conti non tornano, il rubinetto viene chiuso e si cambia teatro.
Così, di fronte al can can di Sepang e alla possibile delegittimazione di questo mondiale per responsabilità dei suoi massimi protagonisti (in pista e fuori), in modo chiaro e pesante i due colossi Repsol e Movistar – al di là dei vincoli contrattuali in essere – hanno minacciato di abbandonare il motociclismo. Se il testimonial di una azienda sponsor entra in un melmoso cono d’ombra è l’azienda stessa a subirne le conseguenze con il rischio di esserne travolta.
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Non c’è dubbio che il fango di questi giorni imbratta “tutta” la MotoGP proiettando dense nubi sul suo futuro. Ma un dubbio sorge: Repsol e Movistar non colgono forse questa occasione del caos scaturito dal casino di Sepang come una… “opportunità” per sganciarsi dal motomondiale perché la crisi economica imperversa e non risparmia nessuno e, selezionando gli investimenti, quelli nel motociclismo si rivelano oggi poco produttivi nel rapporto uscite-entrate?
L’abbandono di Repsol e Movistar sarebbe traumatico per il motociclismo, avendo anche un probabile effetto di trascinamento per altri sponsor importanti. Da sempre, la presenza di grandi sponsor non solo dà lustro e legittimità allo sport (in questo caso al motociclismo) ma produce l’effetto emulazione “spingendo” altre aziende a entrare nel business. Idem, al contrario: se uno fugge anche gli altri lo seguono. Sarà così?
Parafrasando Italo Calvino: “La situazione è grave ma non seria”, con il motociclismo agonistico che – a cominciare dai vertici fino alla base – non pare aver colto i rischi che sta correndo. Un fatto è certo, la minaccia di abbandono di Repsol e Movistar è un campanello d’allarme per tutto l’ambiente del motomondiale, anche un atto d’accusa nei confronti della proprietà di questo “luna park” dai piedi d’argilla, un mettere alla luce le inadeguatezze dei regolamenti e l’incapacità di gestione di Dorna e Fim.
Ancora un passo e il motomondiale precipita nel baratro. A quando una sana e sempre tardiva autocritica di Ezpeleta&C con una decisa e immediata svolta?