Honda: la telemetria di Sepang resta segreta
Sembra non avere fine, la storia delle telemetria della moto di Marquez a Sepang e che, secondo Honda, proverebbe che Rossi ha dato un calcio allo spagnolo. Ecco gli ultimi sviluppi.
Telemetria sì, telemetria no. Elio e le Storie Tese? Acqua… la canzone è di Honda-Dorna-FIM. La never ending story riguardante quanto registrato dalla centralina della moto di Marquez durante il GP di Sepang, quello del presunto calcio datogli da Rossi e della invece certissima caduta dello spagnolo si arricchisce di un nuovo capitolo.
Di altrettanto sicuro c’è che i dati del numero 93 resteranno (per il momento) segreti, ma questa volta non per il volere della casa dell’ala dorata, bensì per quello dell’organizzatore del Motomondiale e della Federazione Motociclistica Internazionale.
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La motivazione ufficiale, come ha riferito in una intervista a Sportmediaset Livio Suppo, team principal HRC, sarebbe quella di non creare confusione e dare modo agli animi di sedarsi.
Nessuna indicazione su quando i dati saranno finalmente svelati, aspetto questo che, se sommato al “tira e molla” che dura da ormai quasi venti giorni, rischia di sortire l’effetto esattamente contrario a quello, almeno a parole, voluto.
La confusione sembra infatti regnare sovrana, con questo diktat che rischia fortemente di essere scambiato per un prendere tempo, in attesa di capire in quale direzione muoversi. Sulla vicenda è tornato anche Valentino Rossi, non molto soddisfatto dei test delle nuove gomme Michelin e che avanza dubbi sulla possibilità di poter capire, dalla telemetria di Marquez, se il calcio c’è stato davvero.
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I sensori giroscopici montati sulla moto del pilota di Cervera infatti, potrebbero aver registrato uno sbandamento, ma sarebbe impossibile capire se questo movimento sia stato innescato da una forza estranea o dal fatto che Marquez stesso si sia appoggiato al pesarese, come invece si evince nei filmati dell’incidente, catturati dalle telecamere Dorna da differenti posizioni.
O ancora si potrebbe scoprire, sempre dagli stessi dati, che, mentre la moto dello spagnolo viaggiava ormai a velocità molto bassa ed ampiamente inferiore a quella solita di percorrenza di quel tratto di pista, ci sia stata una pressione sulla leva del freno in punto anomalo della curva. Il problema sarebbe però lo stesso di prima, vale a dire come distinguere la natura dell’azionamento del comando: ginocchio/gamba di Rossi o mano di Marquez?
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Questo nuovo ritardo non può non far crescere l’esercito degli scettici e sospettosi.. L’impressione è che questa sorta di ragion di stato incendierà ancora più le polemiche, fermo restando che attendibilità e credibilità, a tre settimane di distanza, di dati non svelati, risulta ormai fortemente minata, per non dire pari a zero.
Dopo tanta (inutile) polvere, non sarebbe stato più semplice e trasparente rendere pubblici i dati subito o, meglio ancora, nemmeno tirare in ballo la storia della telemetria, anziché lanciare il sasso e poi nascondere la mano, con l’aggravante di tentare di far cadere il tutto dall’alto? Ed il bello, o meglio, il brutto, è che non è ancora finita.
Livio Suppo:
“La scorsa volta era stata una nostra decisione, questa volta ci è stato chiesto da Dorna e FIM di non mostrarla, per evitare di creare maggiore confusione e non gettare altra benzina sul fuoco”.
“…Non sappiamo quando la mostreremo. Ci sono stare tutte cose incomprensibili in questo fine settimana, come sostenere che Marquez abbia rallentato apposta Rossi a Sepang o non superato Lorenzo a Valencia. I dati ci sono e ve li mostreremo. Spero solo che tutto questo casino finisca presto, non tutto è sempre bianco o nero. In questi casi il tempo è gentiluomo”.
Valentino Rossi:
“Avranno detto che lo hanno fatto per il bene dello sport. Mi piacerebbe proprio capire come possano dimostrare da quei dati che io abbia dato un calcio”. “E’ difficile trovare le motivazioni dopo tutto quello che è successo. Domenica avevo ancora l’adrenalina dopo la gara, ma lunedì è stata dura e nei test ho faticato a ritornare a guidare. So che servirà tempo, non tanto per dimenticare, che sarà impossibile, ma almeno per assimilare tutto”.