Blogo Motori intervista Alex De Angelis

Dopo un velocissimo (ed incredibile) recupero, il pilota MotoGP Alex De Angelis ha raggiunto il Salone EICMA di Milano 2015 ospite dello stand di Subito.it, sito per il quale il sammarinese è testimonial per la sicurezza. Ecco la nostra intervista sul suo triste finale di stagione.

Di Emanuele Macaluso
Pubblicato il 19 nov 2015
Blogo Motori intervista Alex De Angelis

In occasione della seconda giornata aperta alla stampa e agli operatori del settore, abbiamo avuto (con nostra grande sorpresa) la possibilità di intervistare a EICMA 2015 il pilota del Team e-motion Iodaracing MotoGP Alex De Angelis, vittima di un bruttissimo incidente durante le FP4 in Giappone.

Il sammarinese sembra aver recuperato benissimo la frattura delle 5 vertebre e le altre contusioni, riuscendo a tornare a casa dopo due settimane di ricovero in terapia intensiva presso l’Ospedale Universitario Dokkyo di Mibu. Rientrato in patria, i medici dell’ospedale di San Marino si sono semplicemente accertati che fosse tutto ok e hanno raccomandato ad Alex di rispettare la sua convalescenza ed attivarsi con la fisioterapia.

Lo abbiamo incontrato presso lo stand di Subito.it, sito per il quale il pilota MotoGP è stato testimonial per una campagna a favore della sicurezza su due ruote. Felice per essere presente ad un evento importante come EICMA, ha risposto a qualche domanda prima di continuare il suo giro per i padiglioni.

Alex, innanzitutto è un grande piacere trovarti qui oggi, siamo tutti molto contenti per il tuo immediato ed incredibile recupero dopo un bruttissimo incidente durante le prove in Giappone. Come hai vissuto questi ultimi giorni di convalescenza e questo tuo finale di stagione così turbolento?

Grazie mille per le tue parole, è davvero un piacere essere qui per me perché all’inizio quando mi sono svegliato in Giappone, le previsioni non erano delle più rosee. Fortunatamente abbiamo scoperto in poco tempo che sarei tornato subito in forma e che non ci sarebbero stati problemi per il futuro. Sai però, quando ti rompi cinque vertebre, le tempistiche sono alquanto lunghe ed ero molto spaventato.

Forse questa paura a noi piloti ci trasmette la voglia di tornare presto alle corse. Al 12° giorno di letto in Giappone mi sono alzato e ho cominciato a camminare, ovviamente contro la volontà dei medici. E da lì, quando abbiamo capito che comunque riuscivo a tenermi in piedi e camminare, abbiamo deciso di cominciare la terapia riabilitativa in fretta e oggi, dopo 40 giorni dall’incidente, cammino tutto il giorno, sorrido, ho cominciato a fare piscina e palestra. Posso dire che sta tutto procedendo per il meglio.

Non c’è neanche così tanta fretta di recuperare visto che i test di questo mese sono impossibili da sostenere. A dicembre e gennaio non si può girare per regolamento, quindi vedremo di attivarci per febbraio, anche se sicuramente non arriverò al 100% della forma fisica, quindi magari la sera sarò stanco e dovrò staccare un’ora prima. Però voglio essere presente ai test di febbraio in Malesia.

E’ stata più la voglia di tornare in moto o la voglia di tornare a casa che ti ha aiutato in questo incredibile recupero?

In quel momento lì, sicuramente la voglia di tornare in moto perché nella mia testa mancavano ancora tre gare quando mi sono svegliato, quindi c’era la volontà di farle! In quel momento forse le medicine che mi davano erano veramente troppo forti!

Non ero sicuramente obiettivo, però questa voglia di tornare mi ha permesso di andare a Valencia come ospite per seguire la gara. E questo ha fatto sicuramente bene a me stesso e al mio Team, che era molto preoccupato il giorno dell’incidente perché si temeva per il peggio. Quando puoi mi hanno visto camminare serenamente e allegramente per il paddock allora la paura è passata ed è tornata la positività.

Hai ricevuto un grande supporto dagli altri piloti del Mondiale e da tutti gli appassionati tramite i social-network, ti aspettavi in cuor tuo tutto questo affetto?

Diciamo che l’affetto degli altri piloti era un po’ aspettato perché comunque, quando un collega si fa tanto male, è un fatto “normale” mandare gli auguri per una pronta guarigione, ed è comunque una cosa che ho apprezzato tantissimo.

Mentre per quanto riguarda i social, non mi sarei mai aspettato questa esplosione di affetto nei miei confronti! Quest’anno purtroppo non ho raggiunto posizioni di vertice e quindi pensavo che la gente si fosse “un po’ dimenticata” di me, invece non è stato assolutamente così!

Ho ricevuto milioni di messaggi e tuttora ringrazio davvero tutti perché mi hanno aiutato tantissimo nel tenermi su di morale perché, l’unica cosa che potevo fare in quei 15 giorni d’ospedale in Giappone, era stare con lo smartphone in mano e leggere tutti questi messaggi d’affetto nei miei confronti.

Per quanto riguarda invece il tuo mondiale prima dell’incidente?

Nel mio piccolo molto bene, in realtà noi eravamo l’unica CRT in pista, l’unica “vecchia” MotoGP in gara. L’unica cosa che potevo fare era confrontare i tempi di quest’anno con quelli degli anni prima. E devo ammettere che, nel 90% delle volte, abbiamo notato un netto miglioramento. Tutti gli addetti ai lavori di Aprilia erano molto contenti per i miei risultati.

Inoltre siamo anche riusciti a prendere qualche punto, un obiettivo che ci eravamo prefissati da tempo. Nel nostro piccolo la stagione è andata bene fino all’incidente, abbiamo comunque tutte le carte in regola per partire bene il prossimo anno! Arriveremo alla prima gara con la moto di quest’anno, ma più avanti avremo la possibilità di provare qualcosa di nuovo. Posso dire che abbiamo un futuro sereno.

Dunque, quali sono i vostri obiettivi futuri, oltre ai test di febbraio?

Dopo febbraio, l’Aprilia farà la moto nuova e quindi noi come Team cliente avremo l’opportunità e la possibilità di comprare questa nuova moto dal Mugello in avanti, non è ancora una data certa però dovrebbe essere così. Mi auguro che questa moto possa essere molto competitiva e che Aprilia possa consegnarcela il prima possibile.

Cosa puoi dirci riguardo al turbolento finale di stagione 2015 della MotoGP? Come l’hai vissuto da tuo letto d’ospedale?

Io ho potuto seguire solo la gara di Valencia, perché le altre due precedenti le ho viste in differita e non le ho seguite con la suspense della diretta, diciamo che ero già un po’ prevenuto. Ad ogni modo, è stato un Campionato che lascia a discutere, è un Campionato che è stato vinto dalle polemiche e non da Jorge Lorenzo. Questo è forse quello che dispiace di più perché è vero che nel nostro mondo le polemiche ci sono sempre state, ma di certo non sono mai state portate così all’esasperazione!

Io non voglio dare ragione ne a Valentino ne a Marquez, però è chiaro che le immagini che abbiamo visto possono lasciarsi alle spalle solo una lunghissima scia di polemiche!

Infine, sei stato testimonial per Subito.it sulla sicurezza stradale, come hai vissuto questa esperienza?

Abbiamo già svolto un ottimo lavoro quest’anno, attraverso dei filmati dove spiego la differenza tra un buon prodotto e uno più scarso, come si deve comportare un cliente quando sceglie un prodotto piuttosto che un altro, concentrandosi principalmente sulla qualità.

Abbiamo riscosso un grande successo e questo mi ha fatto molto piacere perché alla fine, quando il pilota migliora il suo prodotto in pista, lo fa si per se stesso, ma al contempo aiuta le case a sviluppare le tecnologia che poi trasmetterà ai modelli che verranno lanciati sul mercato e che oggi ritroviamo su strada. Quindi per me è importante trasmettere ai motociclisti le mie conoscenze e spero di continuare in futuro in questo mio ruolo.

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