Piccole, sportive e cattive: Kawasaki ZXR 400

Hanno fatto innamorare di loro i sedicenni che, negli anni '90, guidavano le 125 sportive a due tempi. Sono le 400 supersportive, oggi scomparse da un mercato che forse inizia a sentirne la mancanza. Scopriamo la Kawasaki ZXR 400.

Di Gianluca Salina
Pubblicato il 5 gen 2016
Piccole, sportive e cattive: Kawasaki ZXR 400

La decelerazione era affidata ad una coppia di dischi anteriori da 300 mm con pinza Tokico a quattro pistoncini, mentre al retrotreno si trovava un disco singolo da 240mm con pinza a doppio pistoncino.

Prodotta dal 1989 fino al 2002 e venduta, nell’ultima versione, al prezzo di 8600 €, è oggi una sorta di icona di un tempo in cui l’esigenza del downsizing della cilindrata non era una necessità come invece avviene oggi, anche perché le sportive medie di allora erano le 600 e non le 800-1000 odierne.

La valutazione attuale di una ZXR 400 formalmente si può dire che non esista. In vendita se ne trovano a cifre comprese tra poco più di mille Euro, fino ad arrivare agli oltre 4000 € di un esemplare di inizio anni 2000 ed in buono stato. Forse non la moto ideale per avvicinarsi al mondo delle due ruote, ha però costi di gestione e di assicurazione contenuti. Il neo principale è quello di essere Euro 0, con tutto ciò che ne deriva.

Nelle mani giuste però, specie nel misto, può regalare soddisfazioni, al pari delle altre tre giapponesi coetanee e di pari cilindrata e delle 250 a due tempi sempre di quell’epoca, rappresentanti di una categoria che non esiste più, e che di recente si è evoluta nei mono e bicilindrici di cubatura compresa tra 300 e 400 cc su cui le case stanno tornando a credere.

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