Yamaha R6 2006: Primi Test in Qatar BIS
In anteprima mondiale, Racewaynews propone il primo test della Yamaha R6 modello 2006 effettuato sul circuito del Qatar.
Ottime le prime impressioni di Lorenzo Baroni che ha provato la nuova moto: “il lavoro svolto sul bilanciamento dei pesi (vedi la marmitta corta e bassa) è notevole: non ricordo nessun’altra moto della categoria così bilanciata e maneggevole nelle esse…così come non saprei con chi confrontarla quando ripenso all’inserimento in curva, che è davvero fulmineo. Notevole il lavoro delle sospensioni ed in particolar modo la posteriore, ben gestita dal mono pluriregolabile ed in grado di assicurare una buona trazione.”
“La frenata è potente ed è coadiuvata da un peso molto contenuto ma quello che mi ha stupito di più è il quattro cilindri che pulsa tra le travi del Deltabox. Spinge forte, anzi fortissimo, tra i 12 ed i 17.000 e non è difficile ritrovarsi con la ruota anteriore per aria. Non oso immaginare cosa ne possa venire fuori con il kit SS in via di definizione…”
Tra le caratteristiche principali di questa nuova R6 spiccano, il nuovo telaio, nuovo motore ed un vestitino estremamente personale sono i segni distintivi della nuova arma dei “Tre Diapason”, che ricorda nella livrea biancorossa quella R1 del ’98 che ha rivoluzionato il modo di concepire le quadricilindriche sportive da un litro.
Anche la linea è stata rivoluzionata: codino alto e sparato, ampia presa d’aria che si insinua tra i gruppi ottici e raggiunge “di filata” l’airbox, studiati per ottenere il massimo delle performance.
Per una moto che si potrebbe definire tranquillamente pistaiola, lo spazio per il passeggero è limitato, mentre aumentano i centimetri a disposizione del forcellone posteriore, caratterizzato dal braccio destro a banana messo a punto per facilitare il passaggio dello scarico.
Lo scarico di nuova concezione, “ultracompatto” di sezione tonda che assomiglia a quello utilizzato in MotoGP proprio sulla Yamaha M1 neo Campione del Mondo e studiato per avvicinare le masse al baricentro.
Nuovo è anche il telaio Deltabox, realizzato per mezzo di una complessa tecnica della pressofusione e pensato per essere il più bilanciato possibile.
Per quanto riguarda le prestazioni, i tecnici Yamaha hanno lavorato sodo: 127cv racchiusi nei quattro cilindri a 14.500 ma la possibilità di allungare arriva sino a 17.500. Numeri da “paura”, orchestrati per l’occasione da un inedito acceleratore elettronico che regola l’apertura della farfalla in base alla rotazione del polso e la quantità d’aria presente nel cassoncino di aspirazione. Il prossimo passo potrebbe anche essere quello di integrare un controllo anche sul regime di rotazione, così da impedire eccessi di gas in uscita di curva. Anche in questo caso il know-how acquisito nella MotoGP è servito.
Queste sono solo le prime impressioni di Lorenzo Baroni pubblicate da Racewaynews.