Marc Marquez, contrordine: “Tutti al Mugello!”. Torna la pace con Rossi?

Marc Marquez invita i propri tifosi al Gran Premio d'Italia del Mugello. Tregua in vista

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 16 gen 2016
Marc Marquez, contrordine: “Tutti al Mugello!”. Torna la pace con Rossi?

Polemica da telenovela Rossi-Lorenzo-Marquez all’ennesima puntata sapendo che la querelle, oramai al limite della farsa, non finirà qui.

Stavolta è Marc Marquez a dire la sua, cercando di mettere una pietra sopra alle note disgustose vicende che hanno avvelenato il finale della MotoGP 2015, invitando i suoi supporter a partecipare in massa alla gara del Mugello e sconfessando così il Fan Club Marquez Italia che pochi giorni addietro aveva annunciato il forfait dal GP d’Italia temendo per la sicurezza e l’incolumità dei propri aderenti.

Il fuoriclasse di Cervera ha fatto ciò che doveva fare, usando semplicemente il buon senso, a differenza del Fan Club tricolore di cui su Motoblog avevamo posto qualche interrogativo: “… chi è veramente questo Fan Club, chi e cosa rappresenta, a nome di chi parla, qual è il rapporto reale con Marc Marquez, con il suo entourage e le sue strutture ufficiali?”.

Non c’è niente che attiri di più nella gente che alimentare il senso di insicurezza, quel gridare “al lupo! Al lupo!” al di là del pericolo, vero o presunto. Ciò, come insegna la cronaca quotidiana, non vale solo nello sport e non solo in Italia. Tant’è.

Come si ricorderà, il Fan Club Marc Marquez Italia ci era andato giù pesante, a ruota libera, parlando apertamente di minacce: non possiamo andare al GP d’Italia del Mugello perché siamo minacciati, non ci sentiamo sicuri, ne va della nostra incolumità personale. Ma ribadiamo quanto già scritto l’altro giorno: in Italia e non solo in Italia – la minaccia (in qualunque modo, a qualunque titolo, con qualsiasi strumento) è un reato penale e come tale severamente perseguito. Chi è minacciato (dimostrandolo) non può che rivolgersi all’autorità competente. Chi minaccia (se la minaccia è reale e viene riconosciuta) ne paga le conseguenze, fino al carcere. Punto.

Marquez ha fatto bene a richiamare i suoi, lanciando di fatto un segnale di recupero del senso sportivo delle corse, sotterrando l’ascia delle polemiche velenose. Servirà a qualcosa? Inutile qui raccontare per filo e per segno quanto detto da Marquez il quale non ha mancato di criticare le diatribe sui social network, per lo più ridotte – aggiungiamo noi – a inutili guerre virtuali fra inutili “giustizieri” da tastiera.

Ma c’è un però. Non si può, anche in questi casi, partire dalla coda perché a dar fuoco alle polveri non sono stati i tifosi bensì – in modi e tempi diversi e con colpe di peso differente – i massimi protagonisti del mondiale: Rossi, Marquez, Lorenzo. Ancor peggio, perché gli stessi tre piloti – ma anche la Dorna, la Fim e le stesse Case – non sono stati in grado (per incapacità, per sottovalutazione, per pigrizia culturale, per interesse?) di chiudere l’incresciosa vicenda che ha gettato fango su tutta la MotoGP, oscurandone l’immagine e la sostanza.

In questo “vuoto”, il Fan Club Marquez Italia è entrato a gamba tesa, diventando (suo malgrado?) protagonista di una questione troppo impegnativa e troppo grande, fuori dalla propria portata. Se, come si dice, il Fan Club ha vissuto il proprio momento di gloria, di gloria “effimera” si tratta. Un segnale anche per altri Fan Club, in primis quello di Valentino Rossi, che ha ben altro peso e ben altra organizzazione e che comunque è chiamato a esercitare ancor di più il proprio senso di responsabilità. Lanciare il sasso nello stagno può essere, oltre che pericoloso, un boomerang.

La strada che porta al Mugello non sarà percorsa da buoni samaritani ma un “bel gesto” di “riappacificazione” – almeno formale – non farebbe male. Impossibile? Basta non incaponirsi e liberare il buon senso di ognuno. Poco conta chi sia a fare il primo passo (i piloti o i fan?): importante è – come si dice, il pensiero. A buon intenditor…

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