Marc Marquez: "Stoner? Con la Honda andava forte, non fortissimo"
"Quando faceva il collaudatore per la Honda arrivava ad un secondo da noi, quindi andava veloce. Tenere un test rider che giri come i factory è un vantaggio"
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La prima giornata di prove sul circuito di Phillip Island non è stata delle più fruttifere, anche se le condizioni avverse hanno permesso a molti piloti di poter saggiare le gomme Rain ed intermedie di casa Michelin. Tra questi anche il duo Honda con Marc Marquez e Dani Pedrosa, che hanno chiuso la giornata con il miglior riferimento cronometrico rispettivamente in 1’35.354 (con gomme intermedie) ed in 1’40.138 (con gomme da bagnato).
All’interno del Box Honda, l’occasione è stata propizia anche per festeggiare i 23 anni del Cabroncito, a cui si è aggiunto un video realizzato proprio dallo sponsor. Proprio riguardo Marquez, Sky Sport MotoGP ha realizzato una lunga intervista con Sandro Donato Grosso, e che andrà in onda questa sera alle ore 19.30.
Tra le varie questioni affrontate, oltre al convulso finale tra Sepang e Valencia, Marquez ha risposto a delle domande su Casey Stoner, fino allo scorso anno tester di casa Honda, tornato per questo 2016 in Ducati.
Volenti o nolenti, le prestazioni in sella alla Desmosedici dell’australiano hanno fatto parlare il paddock e gli appassionati, considerando il suo periodo di inattività, conseguente oltretutto all’incidente alla 8 Ore di Suzuka ed il relativo infortunio. Una sorpresa il livello prestazionale attuale di Casey? Marquez è chiaro al riguardo
“No, sapevo che andava forte. Quando faceva il test rider per la Honda andava forte. Non al livello record che ha mostrato con Ducati, ma sì che andava forte”.
Il campione del Mondo 2013 e 2014 ricorda anche il periodo dell’australiano sotto l’egida dell’Ala dorata: “Quando faceva il test rider per la Honda non andava fortissimo in termini di tempo sul giro, ma andava forte. Arrivava ad un secondo da noi, quindi andava veloce”.
“Un test rider come Casey è importante. Adesso con la Ducati sta facendo molto più lavoro, molti più test. Con la Honda non ha girato tanto, ma tenere un test rider che abbia il livello di un pilota Factory è un vantaggio“.
La questione è passata ma al contempo ipoteticamente futura. Già, perchè se da un lato la mente ripropone la volontà che lo stesso Casey paventò di poter correre ad Austin in sostituzione di Daniel Pedrosa – richiesta ai tempi cassata dalla stessa HRC – dall’altra l’attualità è fornita dall’eventuale apertura che lo stesso Gigi Dall’Igna ha espresso dopo i test di Sepang, con tutti i se ed i ma del caso, considerando come – per Ducati – l’australiano sia un eccellente test rider in grado di andare forte e quindi evidenziare al meglio le aree ed i punti nodali della moto su cui bisogna lavorare. Un jolly prezioso in una stagione in cui – tecnicamente – l’introduzione dell’elettronica Magneti Marelli e le nuove gomme Michelin, hanno minato gli equilibri di sviluppo consolidati degli ultimi anni.
Marquez, nella sua dichiarazione, ha elogiato la velocità innata di un campione come l’australiano, ma al contempo ha lasciato intendere come il ritmo gara, la velocità in un fine settimana di corse e, sopratutto, l’allenamento in sella a determinati ritmi sul giro e su una distanza di gara, risultino fondamentali. Un elemento da analizzare quando si parla e si ‘sogna’ su un eventuale ritorno come wild-card del due volte campione del Mondo in sella alla moto di Borgo Panigale.
Certo è che lo stesso Stoner avrebbe dovuto girare da solo con gli altri tester a Sepang, ed invece si è confrontato poi con i titolari della MotoGP. In Qatar l’australiano tornerà in sella in una pista che gli ha regalato la prima vittoria nella Top Class. E qualora si sentisse pronto per affrontare un week-end di gara, difficilmente gli verrà negata una Rossa.