FMI e ANCMA rispondono al servizio di Striscia la Notizia
Venerdì 26 febbraio su Striscia la Notizia è andato in onda il servizio Motocross illegale nei boschi lombardi a cui risponde la FMI.
Il servizio di Max Laudadio già dal titolo sembra piuttosto impreciso: Motocross infatti non è Enduro, sono due cose ben diverse, ma almeno durante le riprese l’inviato di Striscia chiama con il suo vero nome questa pratica sportiva. Al di là di questo, il Presidente della FMI Paolo Sesti ci ha tenuto a puntualizzare quanto segue, a difesa dei veri appassionati e sportivi di Enduro, che praticano questo sport nel rispetto della natura e delle regole.
Riportiamo quindi la dichiarazione del Presidente FMI, Paolo Sesti, apparsa sul sito ufficiale della FMI:
“I veri appassionati di Enduro e fuoristrada amano la natura! Purtroppo, nel servizio trasmesso l’immagine di tutti gli appassionati viene accomunata a pochi e isolati comportamenti che noi per primi cerchiamo di contrastare. Abbiamo fatto del dialogo e del rispetto delle regole le nostre colonne portanti di una azione su tutti i territori che ha portato risultati lusinghieri proprio sotto il profilo ambientale e di gestione corretta del territorio. I comportamenti denunciati da Striscia la Notizia sono gli stessi che noi cerchiamo di contrastare con una vera cultura del fuoristrada, che da sempre ci contraddistingue sia sotto il profilo sportivo che sociale. Lo testimoniano il Protocollo d’intesa con il Corpo Forestale dello Stato, che ci assiste e supporta in tutte le nostre manifestazioni, e realtà territoriali, come il Comitato Escursionisti su ruote dell’Emilia Romagna, che sono di esempio nei rapporti con le Istituzioni e le Autorità nella gestione del territorio. Infine, sottolineo il grande successo dei nostri corsi IGAST (Istruttori di Guida per Attività Sportiva Territoriale) per la creazione e formazione di guide autorizzate per le escursioni in fuoristrada; questo progetto è nato proprio per regolamentare le escursioni e contrastare comportamenti abusivi. Peccato quindi che tutta questa realtà, il vero aspetto dell’Enduro, non sia venuta fuori dal servizio trasmesso da Striscia la Notizia, con evidenti danni di immagine e di ritorno nei confronti dei veri appassionati. Auspico che ci possa essere l’occasione di far emergere tutto il lavoro e la vera e sana passione degli enduristi italiani”.
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Anche noi di motoblog vorremmo dire la nostra. Giusto condannare i comportamenti illegali ma conoscendo bene quelle zone vorremmo chiedere alla Forestale e a chi giustamente si lamenta: le lavatrici e i rifiuti ingombranti abbandonati nei tantissimi sentieri lombardi vietati alle moto sono forse autorizzati? Ei bracconieri che cacciano animali appartenenti a specie protette o fuori dalla stagione di caccia sono forse autorizzati? Come ribadito, giusto punire i comportamenti scorretti, ma per una volta in Italia non sarebbe giusto punire tutti?
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Come al solito il problema è la mancanza di aree attrezzate per la pratica di questo sport. L’enduro non è uno sport vietato in Italia ma chi lo pratica per farlo legalmente è costretto a lunghe e onerose trasferte in regioni evidentemente più lungimiranti da questo punto di vista, dove anche i proprietari di rifugi, bivacchi e ristoranti hanno capito che gli enduristi, al contrario di molti altri escursionisti, non si portano il pranzo nello zaino e prima o poi dovranno fermarsi a mangiare. A buon intenditor…
Aggiornamento del 1 marzo: nel frattempo, in data odierna è giunto anche il comunicato di Confindustria ANCMA che prende posizione al fianco di FMI e di tutti gli appassionati enduristi: la giusta intenzione di censurare comportamenti scorretti ha finito per “fare di tutta l’erba un fascio”, facendo apparire come potenziali criminali tutti quelli che praticano il fuoristrada. Così inizia il comunicato appena diffuso, che prosegue con:
“Il servizio mandato in onda da Striscia la Notizia venerdì 26 febbraio è sembrato voler condannare sommariamente e senza diritto di replica un’intera categoria di praticanti l’enduro. Confindustria Ancma ha sempre stigmatizzato la maleducazione che esiste in una minoranza di utenti di diversi veicoli, ma nello stesso tempo difende il diritto degli appassionati di praticare il proprio sport preferito, nel rispetto delle regole e della compatibilità ambientale. Sappiamo bene che occorre educare all’utilizzo dei mezzi, a 2 o 4 ruote, coloro i quali approcciano i percorsi fuoristrada e di conseguenza concordare con le autorità sul territorio i percorsi fruibili, senza provocare danni. Non serve tuttavia un pregiudizio contrario al fuoristrada tout court, molto meglio valorizzare tutti gli attori che si sforzano di promuovere comportamenti virtuosi e che svolgono un’attività di formazione in tal senso.”
Il taglio del servizio trasmesso finisce per danneggiare chi pratica seriamente uno sport che avvicina alla natura e non vuole certo distruggerla. I costruttori di moto dedicate al fuoristrada sostengono un utilizzo responsabile e civile dei veicoli che sono regolarmente omologati e sono perfettamente conformi ai requisiti previsti dal Codice della Strada. Confindustria Ancma mette a disposizione la propria esperienza per affrontare il tema nel rispetto delle diverse competenze e responsabilità e nell’ottica di favorire la condivisione dei regolamenti che consentano la pratica del fuoristrada senza condanne pregiudiziali.
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In aggiunta a questa dichiarazione “istituzionale”, Pier Francesco Caliari, direttore generale di Confindustria Ancma, si espone in prima persona facendosi portavoce delle Case motociclistiche associate, dichiarando:
“Le attività di moto cross e enduro, agonistiche e amatoriali, sono tutte legali; il primo si svolge all’interno di circuiti chiusi e autorizzati, quindi nel pieno rispetto di ogni normativa ambientale richiesta mentre il secondo viene praticato con motociclette regolarmente immatricolate e rispondenti alle regole vigenti in fatto di circolazione (assicurazione, bollo e targa) oltre alle normative legate alle emissioni. Il rispetto per l’ambiente è la prima regola alla quale si attengono i veri appassionati. Spesso i moto club puliscono e ripristinano i percorsi utilizzati. E’ un vero peccato che dal servizio di Striscia la Notizia tutta questa realtà, molto vitale e fatta di appassionati non sia stata evidenziata né menzionata, ma assimilata ai soliti ignoti, senza targa e a volto coperto, che nulla hanno a che vedere con lo spirito del fuoristrada, e che sono proprio coloro che il movimento cerca di contrastare. Lo sport enduro attraverso risultati e comportamenti ha dato lustro ed immagine al nostro Paese nel mondo. Nulla da eccepire se un mezzo di comunicazione evidenzia qualcuno o qualcosa che non rispettando le regole è causa di danno o disturbo ad altri, ma senza criminalizzare l’intero mondo dell’off road. Va anche detto che negli ultimi anni, senza avere mai interpellato i diretti interessati, con motivazioni quasi sempre prive di attendibilità sono stati preclusi al passaggio delle moto da enduro molti luoghi. I costruttori di moto da off road sono al fianco di chi fa dello sport enduro una passione fatta di regole e rispetto del prossimo.”