MotoGP - Lorenzo, i contratti, e quella ricerca di un posto al sole

Alla vigilia del campionato continua il gioco delle parti tra Jorge e Jarvis. Il pilota alla ricerca di un ruolo al sole, la Yamaha forte del proprio valore

Di Flavio Atzori
Pubblicato il 8 mar 2016
MotoGP - Lorenzo, i contratti, e quella ricerca di un posto al sole

La questione è chiara, ed è il classico gioco delle parti. Ognuno pretende di tirare l’acqua al proprio mulino, di ottenere quanto crede sia meglio. Non si tratta di una semplice questione economica, ma anche di predominio. Mentale, territoriale, di ruoli. Lorenzo e la Yamaha è un amore che dura da sempre, fin dall’approdo del maiorchino nella casa regina. Esplosivo fin da subito, con quel filotto di Pole position e perfino la vittoria all’Estoril.

Con Iwata, ‘Giorgio’ come era affettuosamente chiamato da Gigi dall’Igna fin dai tempi dell’Aprilia, conquistò poi l’alloro nel 2010, seguito dal 2012 ed infine l’ultimo, il più recente, con un clima sempre più teso, sempre più duro. Non è un caso che Lorenzo sia un latino, un sanguigno, che – come tutti i campioni – ricerchi l’attenzione primaria, all’interno della propria squadra. Nulla di sconvolgente, anche perchè negli ultimi anni, i numeri sono dalla sua.

Lo scorso anno fu indubbio come – al netto delle sfortune dei primissimi round – Jorge iniziò la sua marcia da rullo compressore all’indomani della firma del prolungamento del contratto. E non è neppure un caso che lo stesso Jorge, tra i vari test invernali, abbia espresso la volontà di firmare prima dell’inizio del campionato un ulteriore accordo. Ecco il gioco delle parti. Naturale in una trattativa le cui tinte sono state spesso macchiate di rosso, tra quei drappi blu. Jorge e Ducati sono come due amanti che si lanciano sguardi ma che, negli anni, non si sono mai spinti oltre. E non si tratta di speculazioni o ipotesi.

[img src=”https://media.motoblog.it/f/f5f/2010-lorenzo-stoner-motogp.jpg” alt=”2010-lorenzo-stoner-motogp.jpg” size=”large” id=”752883″]

Nel 2009, Borgo Panigale lanciò una prima offensiva al maiorchino, come raccontato dallo stesso Stoner nella sua autobiografia. Lo stesso Davide Tardozzi lo scorso anno ammise di aver avuto un approccio partito dallo stesso spagnolo. Le voci si rincorrono. Ricordo un viaggio di ritorno da una trasferta in cui – parlando di MotoGP – una ‘gola profonda’ mi raccontò di un colloquio informale con Maurizio Arrivabene, attuale team manager Ferrari, ma precedentemente in Phillip Morris, grande sponsor di Maranello, ma anche per Borgo Panigale: “Se vuoi prendere qualcuno, devi puntare su Marquez o Lorenzo” fu il suo consiglio alla domanda del bresciano. E non potrebbe essere altrimenti perchè i pezzi da Novanta in Motogp sono pochi. I diamanti son rari per la loro natura.

Dall’altro lato c’è Yamaha che per voce di Lin Jarvis a Speedweek, ha cercato di ristabilire l’ago della bilancia. “Noi sappiamo come funziona il mercato piloti ed i loro prezzi. Siamo disposti a pagare a prezzo di mercato, ma non ad andare oltre, non andiamo al rialzo. Il nostro livello competitivo è elevato, non dobbiamo sperperare troppi soldi” Infine la stoccata “Per la maggior parte dei piloti, entrare in un programma Factory Yamaha è un’opportunità interessante, sopratutto ora che abbiamo mostrato il nostro valore”. Insomma, l’azienda al centro di tutto con Jarvis che mira a dettare le regole. Un affondo nei confronti di un pilota che dovrebbe essere coccolato e straviziato oggettivamente.

[img src=”https://media.motoblog.it/0/07c/jarvis-lorenzo-motogp.jpg” alt=”jarvis-lorenzo motogp” size=”large” id=”703958″]

Perchè Lorenzo è il campione del mondo in carica, ed anche perchè a vedere le prove invernali, non c’è nessuno più veloce al momento osservando il pacchetto pilota-moto. Eppure c’è quella sensazione di ‘scollamento’, con l’ombra dell’altro lato del box, di quel campione di Tavullia veloce quanto carismatico. Un Lorenzo in cerca del suo ruolo, paradossale quasi dirlo, con dall’altro lato Yamaha che mette i punti fermi.

Già ma perchè? Con Valentino Rossi che si avvia al – fenomenale – tramonto della carriera per sopraggiunti limiti di età, perchè Iwata reagisce in questa maniera? Una richiesta eccessiva da parte dell’entourage spagnolo? O forse la prospettiva di un futuro Top Gun in sella alla M1? Fantapolitica motociclistica sia chiaro, come furono però chiare le parole che ascoltai durante i test di Misano Motogp la scorsa estate: “l’unico pilota che Marquez teme per il futuro è Maverick Vinales”.

Il portacolori di Hamamatsu ha mostrato capacità velocistiche fuori dal comune ed una curva di apprendimento velocissima. Logico che gli occhi dei top team siano puntati su di lui, al netto delle prestazioni Suzuki, di una azienda che potrebbe eleggerlo come novello Schwantz.

[img src=”https://media.motoblog.it/4/44a/motogp-2015-suzuki-vinales-37.jpg” alt=”KUALA LUMPUR, MALAYSIA – FEBRUARY 25: Maverick Vinales of Spain and Team Suzuki MotoGP returns to the box during day three of the Sepang MotoGP Tests at Sepang Circuit on February 25, 2015 in Kuala Lumpur, Malaysia. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)” size=”large” id=”754261″]

La vicenda, dalle tinte pirandelliane, è tutta qui. Un personaggio come Lorenzo che da tempo ha gettato la maschera, alla ricerca d’autore, pardon, di un ruolo consolidato da primo attore del palcoscenico di Iwata, di un posto al sole, limpido e chiaro. Una storia il cui finale, a sentir le volontà del maiorchino, dovrebbe veder conclusione sotto la luce artificiale dei riflettori, prima della grande notte di Losail.

Ultime notizie