MotoGP Jerez: Rossi, che musica! Lorenzo e Marquez in difesa
Su un circuito vero com’è quello di Jerez anche le qualifiche diventano, oltre che una prova per le coronarie degli appassionati, anche un probante terreno di verifica dei valori in campo e dell’effetto “reale delle gomme Michelin e delle nuove centraline.
Chi conosce “dal vero” Jerez sa bene a cosa ci riferiamo, essendo questo un circuito vecchia maniera, con punti davvero speciali e anche ad alto rischio. Bravo Rossi che ritrova la pole dopo Assen 2015.
Anzi magnifico Rossi verso il quale, quando gira così, non bastano gli aggettivi per rendere omaggio a un campione superbo nel suo autunno agonistico e a una pole, insperata, cercato in tutti modi, mirabilmente centrata – quasi una invenzione – proprio sul finire. Jerez, con il Mugello, è forse il circuito che più si adatta alla caratteristiche tecnico-agonistiche del 9 volte campione del mondo pesarese.
Valentino ha fatto un’opera d’arte, un giro sopra la tecnica, una sintesi di quanto l’asso della Yamaha è capace di fare su questo tracciato.
Dicevamo delle nuove gomme e delle nuove centraline: la pole di Rossi (1’38.736) è più lenta del giro veloce fatto segnare nel 2015 da Lorenzo (2’37.910) e lo stesso Valentino girò più forte: 1’38.632. Non abbiamo qui i dati e tutto l’ambaradan fornito dalla telemetria ma pare evidente che, almeno in qualifica e almeno qui a Jerez, quest’anno si gira più … piano.
Poco male. Anche perché sarà una gara tirata, tiratissima, con le due Yamaha in gran spolvero (Lorenzo, secondo tempo a 122 millesimi da Rossi) ma difficilmente in grado di prendere il largo, con Marquez ben messo sul passo, oggi terzo con gap di 155 millesimi.
La sintesi è chiara: le due moto della Casa dei tre diapason sono davvero al top e tocca a Marquez metterci del suo per tener testa a Valentino e a Jorge. La controprova viene ancora da Pedrosa, in terza fila, settimo tempo, con quasi un secondo di gap (+0.942).
Così nel poker d’assi si infila Dovizioso, prima della seconda fila, non malissimo su un tracciato ritenuto dal forlivese indigesto, anche se il gap è pesante: +0.844. Ducati in affanno, specie vedendo dov’è finito Iannone, oltre la top ten, undicesimo tempo, con un distacco abissale: +1.318.
A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Queste performance Ducati non proprio all’altezza delle aspettative non sono forse il frutto del … mercato piloti?
Vedremo domani. Auguri di pronto ristabilimento ai tecnici della Michelin decimati per una intossicazione alimentare.