MotoGP: Dorna e FIM "il 24esimo posto? Riluttanza da parte delle case"
Un comunicato ufficiale di Dorna e FIM spiega il ritiro del bando, nonostante le proposte concrete di Pons, Forward e Leopard.
Digital Divide lo chiamavano i sociologi e gli esperti di comunicazione all’inizio del millennio. In parole estremamente semplici riguardava quella divisione socio-culturale e di possibilità che alcune fasce di cittadini avevano. La discriminante era l’utilizzo e lo sfruttamento e la conoscenza tecnologica.
Ecco, provate a traslare questo concetto nel mondo delle due ruote e otterrete la situazione odierna. Vi era un tempo in cui i team privati erano in grado di poter competere con le compagini ufficiali nel motomondiale. Non è passato nemmeno troppo tempo in effetti, se si pensa al team Gresini con Sete Gibernau o ancor meglio, all’ultima vittoria privata di Toni Elias, sempre con le effigi romagnole. Ultime luci di un tempo in cui gli schieramenti della classe regina vedeva telai quasi artigianali e motori Roc-Yamaha, tanto per fare un esempio. Era l’esempio dei garagisti della Formula Uno, quando il Cosworth a poco prezzo permetteva schieramenti capienti. Oggi la situazione è opposta. Per molti versi è figlia proprio di questa grande divisione tecnologica. Uno spartiacque.
Perchè le moto non si vendono più, si concedono il leasing per poi esser restituite alle case madri. Troppo apporto tecnologico, troppo ‘know-how’ di una casa, ed il timore di mostrare qualche segreto è esponenziale. La Motogp poi ha portato ad un concentrato prototipale di tale levatura che i costi di produzione e gestione sono oramai elevati e complicati da gestire. Cosa c’entra tutto ciò con il futuro della classe? C’entra per quel famoso 24esimo posto che si sarebbe dovuto assegnare in vista della stagione 2017.
‘Sarebbe’ appunto, perchè la situazione è precipitata nel grottesco. Diversi team si erano proposti, alla ricerca di quell’Eldorado della MotoGP: Sito Pons, che sarebbe voluto tornare dopo anni di purgatorio. Forward che sarebbe voluta ritornare dopo il turbolento 2015. Il team Leopard che avrebbe portato a compimento la propria crescita dopo il titolo di Moto3 e l’approdo nella Moto2. Addirittura la Dorna aveva offerto il posto anche alla VR46 di Valentino Rossi, proposta poi rimandata gentilmente al mittente.
Insomma, il promotore voleva questo benedetto 24esimo posto per il compimento di un piano ben preciso: tante case ufficiali che avrebbero poi concesso le proprie moto ai team privati. E se Ducati lo sta già facendo da tempo, addirittura con due versioni distinte della propria Desmosedici – la GP14.2 e la GP15 – addirittura in otto esemplari complessivi, se la Honda ha oramai il propri team privato di riferimento come LCR di Cecchinello (oltre al team Marc VDS), se Yamaha ha Tech3 come propria compagine ‘satellite’, lo stesso non si può dire per Aprilia e Suzuki. Figuriamoci KTM che prenderà i posti numero 22 e 23. Una situazione che non cambierà perchè proprio le stesse case madri si son rifiutate di fornire un’ulteriore moto.
Ecco quindi il perchè di un comunicato dell’organizzatore a spiegare il tutto in cui si sottolinea come “la scadenza per le domande era il 29 aprile”, data in cui cinque squadre avevano mostrato manifestazioni di interesse con oltretutto la fornitura di dettagli completi su requisiti e condizioni finanziarie.
Nel comunicato poi veniva sottolineato come erano state “condotte discussioni anche con i costruttori per stabilire la possibile disponibilità di moto competitive per l’iscrizione in più”. La conclusione è chiara e ben definita: “c’era riluttanza tra i costruttori ad impegnarsi per rendere disponibili ulteriori moto, almeno per il 2017”.
Insomma, il bando c’era, i team disponibili ad entrare anche. Manca solo la ‘materia prima’. In attesa di tempi migliori…