Moto3 Le Mans: Nicolò Bulega, il “mattatore”… ammaccato
Nicolò Bulega ha ottenuto un risultato strepitoso a Le Mans considerate le precarie condizioni fisiche...
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Strano, il motociclismo, dove si applaude chi vince ma – come oggi in questa infuocata Moto3 di Le Mans – ci si inchina a chi – Nicolò Bulega – corre da gran protagonista, pur malconcio per i postumi della brutta caduta di ieri in qualifica. Qui non facciamo la cronaca di una gara magistralmente vinta da Binder, capace di beffare sul finale un mastino degno del sudafricano qual è Fenati e altri due leoni come Navarro (terzo) e Canet (quarto). Il motociclismo, ci ripetiamo, è sport di grande show e di grandi rischi, una medaglia a due facce: di qua la festa per la vittoria o il podio, di là il dolore per la sconfitta, o peggio, per le conseguenze di una brutta caduta.
Nell’albo d’oro del Gran Premio di Francia sul mitico tracciato di Le Mans i nomi del podio – meritatissimi – sono quelli di Binder, Fenati, Navarro. Ma, fuori podio, c’è un “vincitore morale” della corsa. E’ Nicolò Bulega, il rookie sedicenne del Team Sky VR46 di Valentino Rossi, vittima nelle qualifiche di ieri di una brutta caduta, oggi comunque in corsa in condizioni molto precarie per le conseguenze del gran volo. Nessuna frattura, per fortuna, ma lividi, gonfiori e peggio, in molte parti del corpo.
“Sono un pilota” ha detto stringendo i denti Nicolò. E ha detto tutto. E’ lì – come tutti gli altri piloti – per correre e lui corre, anzi ha corso con grande determinazione e maestria cogliendo alla fine – dopo una guerra combattuta e vinta con piloti dal calibro di Quartararo, Migno, Antonelli – un magistrale, pesantissimo quinto posto che vale davvero molto di più.
I medici della Clinica Mobile del Dott. Claudio Costa fanno miracoli e anche questa volta non smentiscono la loro fama rimettendo un pilota malmesso, come oggi era Bulega, in pista. Ma è il pilota – Nicolò – a sconfiggere il dolore e a gettarsi, comunque, – pur cosciente di correre nuovi rischi – nella mischia della corsa spinto dall’insopprimibile volontà di esserci e dal fuoco sacro della passione della competizione.
Enzo Ferrari diceva che nelle corse “la fortuna non esiste” e che per un pilota: “la paura non esiste”. E’ proprio così? I piloti – tutti – sono personaggi straordinari e straordinari bugiardi. Si schermiva un grande campione del motociclismo de “I giorni del coraggio” Dorino Serafini: “Si corre perché ci si diverte nella sfida. La morte non fa parte della vita del corridore. Il campione dopo una brutta caduta va più forte di prima. Il corridore sa che l’incidente brutto capita sempre a un altro”. Già. Risponde Max Biaggi: “La paura è un’ombra scura nel casco, c’è, certe volte può affacciarsi, altre rimane lì in agguato”.
Il corridore non ha paura perché la motivazione scaccia la paura. Quella molla – la motivazione – è lo stimolo per non mollare mai, anche quando sei pieno di lividi, come oggi Nicolò a Le Mans. Che gente i piloti, pronti a giocarsi la pelle per rubare al tempo un decimo di secondo, anche meno. E che tipo, questo Nicolò, ragazzo di appena 16 anni, stoico, anzi stoicissimo, forte, anzi fortissimo che oggi a Le Mans ha dimostrato di saper nuotare anche col mare … mosso. Bulega né è un eroe, non è un idolo. Di certo è un pilota di straordinario talento e tosto.
Grazie, Nicolò. Il resto, con gli interessi, al Mugello.