MotoGP Sepang, polemiche per lo stop. Pedrosa super anfibio, Lorenzo resiste "salvato" dalla bandiera rossa. Stoner in recupero.
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Sono cose che capitano nelle corse, quelle viste oggi al GP di Malesia, specie in questa MotoGP che dà emozioni solo in condizioni “limite”, come il diluvio di oggi a Sepang. La domanda s’impone: giusta la bandiera rossa della direzione gara a sette giri dal termine per la pioggia battente?
Se tutto va sacrificato alla sicurezza, la risposta è obbligata: altra scelta non c’era e la corsa andava fermata. Se invece lo spettacolo deve proseguire anche in condizioni limite, allora i dubbi riaffiorano, aprendo polemiche a non finire.
Chi scrive queste note ha visto corse in condizioni meteo ben peggiori, davvero esasperate, a Salisburgo addirittura con una copiosa nevicata. Non si venga a dire che oggi le moto vanno più forte perché a Spa la 500 girava oltre i 207 Kmh di media e a Salisburgo e Monza poco meno, con velocità di punta (nei curvoni più che nei rettifili) non molto distanti dai 300 Kmh. Ovvio, con telai e gomme di tutt’altra fattura e tenuta e con elettronica pari a zero. La sicurezza non esisteva e, purtroppo, i risultati sono stati spesso drammatici e tragici.
Quindi condividiamo la decisione presa a Sepang, addirittura tardiva, e non priva di pressioni “interessate”, dato che è stato la mano alzata di Jorge Lorenzo a innescare lo stop, risultato poi definitivo.
La corsa, senza storia, ha visto ancora una volta prevalere un Dani Predosa superlativo, dopo che Lorenzo aveva tentato all’inizio, inutilmente, lo strappo. S’accorcia così di altri cinque punti il distacco in classifica fra i due piloti spagnoli e poteva andare ancor peggio per l’accorto alfiere della Yamaha, perché Stoner, ammirevole e in gran recupero, stava per agguantarlo. Quindi mondiale più aperto di prima, anche perché potrebbe essere davvero il “canguro” a fare alla fine l’ago della bilancia fra i due pretendenti.
Disastro per gli altri tre piloti Yamaha, specie per Dovizioso, potenzialmente in grado di lottare per il podio. Poco da dire delle Ducati, con sprazzo iniziale di Rossi, poi indietreggiato e comunque con tempi sul giro più alti di Hayden. Questo passa oggi il convento. Per fortuna la classifica aiuta a tenere i riflettori accesi su una MotoGP altrimenti spenta.