I segreti del controllo in piega

Di LeleV_200mph
Pubblicato il 18 mag 2007
I segreti del controllo in piega



I ragazzi di Moto22 hanno recuperato un bellissimo reportage della rivista Motociclismo dell’anno 2002, dove quattro piloti di MotoGP – e parliamo di Valentino Rossi, Carlos Checa, Kenny Roberts Jr. e Garry McCoy – spiegavano i loro trucchi di guida per i diversi aspetti della conduzione di una moto da competizione: si parlava di frenata (anzi staccata…), derapare, cambiare direzione, sentire la moto… Quello che diamo ora è una prima parte di quello che potremmo chiamare “L’arte di volare sopra una moto.” Nello specifico, in questo caso i maestri delle due ruote raccontano come controllano il loro angolo di inclinazione in curva.

Checa: “Il tuo ginocchio è il riferimento. Solo con il bagnato non lo hai come vero riferimento, e allora in quel caso devi imparare a sentire come lavorano i pneumatici; percepire quando l’anteriore o il posteriore stanno per andare via. A volte puoi salvare una caduta col ginocchio. È non una reazione automatica, un riflesso, è qualcosa di pensato.”

Roberts: “È un’altra di quelle cose difficili da spiegare. Dipende dai pneumatici e dalla misura del cerchione. Appoggi la motocicletta in piega e sono loro che ti comunicano quale è il punto massimo. Più in là, o ti scivola la ruota anteriore o perdi la posteriore.”

Rossi: “Per quello stà il ginocchio! A volte tocco anche col piede, quello che mi avvisa che sono molto sdraiato. Ma l’angolo di inclinazione lo segna essenzialmente la motocicletta. Uso il mio ginocchio come una terza ruota, qualcosa che possibilmente ho ereditato dei miei inizi con le minimoto. Così mi è stato possibile a volte salvare una caduta con la mia Honda. Cosa che per esempio non è possibile fare con le Aprilia, perché la motocicletta è molto rigida ed una volta che hai perso la ruota anteriore stai per terra. L’anno scorso per esempio a Valencia (foto) feci trenta metri appoggiato sul mio ginocchio ed alla fine evitai la caduta. Ma nella stessa situazione alcuni minuti dopo finii nel suolo. Insomma va al cinquanta e cinquanta.”

McCoy: “Uso il mio ginocchio più come una terza ruota che come un misuratore di profondità. Piego la motocicletta e quando sento che sta incominciando ad scivolare la alzo con l’aiuto del ginocchio. Non funziona sempre però! È anche importante essere molto sensibili con i semimanubri. Quando noto che stanno scappando allora tiro verso di me.”

E proprio con McCoy chiudiamo regalandovi un bel video dell’australiano in azione ai bei tempi della Yamaha 500: che numeri!

via | Moto22

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