Mugello, il “popolo giallo” gelato dalla fumata bianca della Yamaha di Rossi. Lorenzo brucia Marquez in volata e vola in classifica

Su la mani, bandiera bianca: Valentino Rossi out, motore Yamaha “cotto” a 15 giri dal termine...

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 22 mag 2016
Mugello, il “popolo giallo” gelato dalla fumata bianca della Yamaha di Rossi. Lorenzo brucia Marquez in volata e vola in classifica

Su la mani, bandiera bianca: Valentino Rossi out, motore Yamaha “cotto” a 15 giri dal termine quando il pesarese – acclamata star degli oltre 100 mila sugli spalti – era in bagarre con il compagno di squadra Jorge Lorenzo, involatosi dalla seconda fila e al comando subito dopo il via.

E’ tutto vero: oggi in poche ore i due motori Yamaha ufficiali saltati. Dopo la fumata bianca del quattro cilindri del maiorchino nel warm up mattutino, nel pomeriggio ad andare ko – fatto ben più grave – è stato il propulsore del 9 volte campione del Mondo.

Che succede alla Casa dei tre diapason? Capita, si dirà! Vero, sono le corse. Ma da quando tempo un motore MotoGP non andava in fumo? La domanda è quindi d’obbligo: è un normale (doppio) incidente di percorso o il segnale che quel motore è al limite, spremuto a tal punto che su un circuito veloce da manetta aperta qual è il Mugello, è andato … “arrosto”?

Un fatto è certo: chi già stamattina rilanciava lo stantio refrain del “complotto” – stavolta della Yamaha – a danno di Lorenzo con in tasca il contratto Ducati, presunto “complotto” pro Rossi, è stato servito su un piatto d’argento con Valentino “out”, zero punti proprio al Mugello, festa rovinata e classifica con la forbice che s’allarga pericolosamente a favore dei due “nemici” spagnoli, specie a favore di Jorge, straordinario regista di se stesso e mirabile trionfatore in volata su Marquez beffato dalla scia ma anche dalla minor velocità di punta della sua Honda. Tale prestazione della Yamaha, pur tecnicamente e agonisticamente pregevole, non cancella i dubbi espressi sopra sul motore, dopo le due fumate bianche.

Non si può dire che sia mancato lo show, vuoi per il testa a testa con scimitarra e fioretto insieme fin sotto la bandiera a scacchi fra i due fenomeni spagnoli di Yamaha e Honda, vuoi per la lotta per il podio, alle spalle dei due battistrada, andato meritatamente alla fine a un maiuscolo, determinatissimo Andrea Iannone sul perfetto bombardone Ducati, capace di recuperare il gap iniziale dopo una partenza no per le bizze della frizione, infilzando via via Vinales, Pedrosa e soprattutto Dovizioso, quinto anche causa un errore alla San Donato, superato pure da Pedrosa, infilato quindi fra i due ducatisti.

Ma il “popolo giallo” non ha gradito il ko forzato del proprio beniamino, oggi pronto all’impresa ma beffato dalla dea bendata. Una volta ciascuno non fa male a nessuno? Quando Valentino ha messo piede a terra il cuore della collina ha cessato di battere e piano piano la folla ha iniziato il mesto abbandono dal circuito.

Evidentemente, per i “nostri” oggi – pur con sprazzi pregevoli in tutte e tre le categorie – non era giornata e sul pennone più alto, stavolta, il tricolore non ha sventolato. Peccato.

Lorenzo incassa, rompendo a proprio favore gli equilibri della classifica genarale con la terza vittoria stagionale dopo quelle di Losail e Le Mans. Jorge c’è. Già.

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