Marquez: "Che rabbia i 19 millesimi del Mugello!"
I problemi di trazione della Honda si sono manifestati in maniera palese al Mugello. A farne le spese Marc Marquez, freddato da Lorenzo poco prima della linea del traguardo...
Una Yamaha che surclassa una Honda in rettilineo è una cosa che probabilmente si ricordano solo coloro che iniziano ad avere qualche capello bianco in testa: è da molti anni che le moto della casa dell’Ala Dorata si piazzano costantemente nei primi posti nella classifica delle top speed in ogni Gran Premio, scavalcate solo dalle tradizionalmente velocissime Ducati.
Tuttavia domenica scorsa, durante il GP d’Italia, siamo stati testimoni di un evento più unico che raro: la RC213V numero #93 è stata sverniciata poco prima della linea del traguardo dalla Yamaha M1 di Jorge Lorenzo. Non che le volate siano cosa infrequente sul rettifilo del Mugello: i 1141 metri di “dritto” del tracciato toscano sono spesso stati teatro di gare decise al fotofinish soprattutto nelle classi minori, dove la scia gioca un ruolo fondamentale a causa delle potenze inferiori. Ciò che è veramente eccezionale riguardo a quanto successo questo weekend, è che sia accaduto in MotoGP, e soprattutto che a farne le spese sia stata Honda.
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“Che nervoso perdere così, proprio sulla linea del traguardo…” ha detto Marquez “però devo guardare il lato positivo: abbiamo conquistato 20 punti, mentre l’anno scorso siamo tornati a casa a mani vuote” (cadde mentre era in lotta per il secondo posto, ndr). Tuttavia, al contrario di quanto si potrebbe pensare, il problema non sta nella potenza insufficiente della RC213V: le Honda hanno fatto segnare anche questa volta velocità di tutto rispetto, superiori a quelle delle Yamaha e inferiori solo alle rosse di Borgo Panigale (346 km/h per Marc, 341 per Jorge). La vera gatta da pelare per l’intero team HRC sono invece i problemi di trazione già lamentati dai due piloti ufficiali alla vigilia del GP e in altre occasioni.
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CAVALLI IMBIZZARRITI – “La potenza è nulla senza controllo” recitava lo slogan di una pubblicità di pneumatici qualche anno fa. E la citazione di quel datato spot, in questo caso calza a pennello: “Alla Honda non sono mai mancati i cavalli, di potenza ne abbiamo molta. Il problema è come scaricarla. Quando rialziamo la moto fuori dalle curve e non riusciamo ad accelerare, sono decimi regalati ai nostri avversari…”. Parlava così Dani Pedrosa durante il fine settimana Le Mans: il V4 della 213 è famoso per essere potente e fin troppo aggressivo, ed è proprio sul nervosismo del quattro cilindri che gli ingegneri di Tokyo stanno lavorando sin dall’inizio di questa stagione, non facilitati dal rigido regolamento sugli interventi ai propulsori.
UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO – A rendere ancora più arduo il compito dei cervelloni di Honda Racing è l’utilizzo della centralina unica Magneti Marelli, obbligatoria per regolamento in luogo dei precedenti e sofisticatissimi sistemi sviluppati autonomamente dalle case. Le possibilità di settaggio dei parametri è decisamente inferiore rispetto alle centraline create ad hoc per le singole moto, cosa che rende decisamente più difficile risolvere le problematiche intervenendo elettronicamente sul temperamento del motore per adeguarlo alle diverse condizioni.
VIETATO IMPENNARE – Alzare la ruota anteriore è una delle cose più divertenti che si possano fare con una moto, ma come molte cose belle, è totalmente inutile, e spesso pure controproducente. E la tendenza della RC213V a puntare il cielo con la ruota anteriore non ha affatto aiutato Marquez a portare a casa la vittoria del Mugello: “Fuori dall’ultima curva, in corrispondenza del cambio di pendenza e in piena accelerazione, la nostra moto si impennava sempre, e lì perdevamo molto tempo” ha dichiarato Marc dopo la beffa “Ho pensato «Non impennarti, almeno questa volta». Quando ho visto che la ruota anteriore si alzava e poi ricadeva al suolo, ho pensato «Vediamo cosa succede». A 10 metri dalla linea del traguardo vedo una moto azzurra che mi passa…”. E’ proprio per evitare questo tipo di comportamenti che si fa affidamento sui sistemi elettronici di antiwheeling e sulle tanto discusse alette laterali, che servono a tener giù l’avantreno mentre la moto guadagna velocità.
ENTRARE FORTE O USCIRE A CANNONE? – E’ l’eterno dilemma di ogni smanettone che in pista si trova a dover affrontare una curva, ed è lo stessa decisione che Marc Marquez si è ritrovato a dover prendere in un battito di ciglia prima di inserire la sua Honda al Correntaio: “All’ultima curva mi sono detto «E ora che faccio?» Chiudo, preparo, non preparo…”. Ma il catalano ha dovuto confrontarsi con la presenza di Lorenzo che non lo ha certamente aiutato a impostare la curva nel modo migliore: i due sono arrivati alla staccata piuttosto impiccati, senza la possibilità di preparare adeguatamente l’uscita. L’impennata della RC213V e la maggiore trazione della Yamaha hanno fatto il resto, consegnando la vittoria a Jorge.
[img src=”https://media.motoblog.it/f/f19/2016-mugello-motogp-13.jpg” alt=”Moto GP Spanish rider Jorge Lorenzo steers his Yamaha (R) to cross the finish line ahead of Spain’s Marc Marquez on his Honda during the Moto Grand Prix at the racetrack in Mugello on May 22, 2016. / AFP / GIUSEPPE CACACE (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)” size=”large” id=”783620″]
Nonostante la bruciante sconfitta, il 23enne spagnolo guarda avanti al GP di Barcellona consapevole di essersene comunque andato dall’Italia con solo 10 punti di distacco dal leader della classifica Lorenzo:
“Guardo con ottimismo al Gran Premio di Catalunya. Riconosco che non è una delle piste migliori per me, ma sono convinto che potremo tenere un buon passo. E sarà molto importante anche sfruttare al massimo il giorno di test successivo alla gara, perchè l’obbiettivo è quello di migliorare. Alla fine non ci sono molti km tra Cervera al Montmelò, e ci sarà sicuramente un sacco di gente a tifare per noi”
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Via AS