MotoGP, Yamaha: le ragioni della rottura del motore di Rossi al Mugello

Alla vigilia del GP del Montmelò, Yamaha torna sulle rotture dei motori subite da Rossi e Lorenzo al Mugello e spiega di averne trovato la causa.

Di Gianluca Salina
Pubblicato il 3 giu 2016
MotoGP, Yamaha: le ragioni della rottura del motore di Rossi al Mugello

Alla vigilia dell’ottavo round del mondiale MotoGP (questi gli orari tv), che questo week-end farà tappa in Spagna, sul circuito del Montmelò (qui il live), fa ancora discutere la rottura del motore di Valentino Rossi della gara del Mugello, dove peraltro, nel corso del warm-up della domenica mattina, anche Jorge Lorenzo ha avuto lo stesso problema.

Senza avere dati ufficiali, a ridosso dell’accaduto avevamo ipotizzato che la causa del guasto fosse da imputare ad un fuorigiri del propulsore della moto numero 46. A distanza di giorni, la Yamaha conferma, con un comunicato stampa, la bontà della nostra tesi.

Il testo, firmato da Kouji Tsuya, project leader del programma YZF-M1, precisa che entrambi i motori sono stati oggetti di analisi in Giappone e la causa delle rotture è risultata essere derivante dal superamento del regime massimo consentito dal motore a causa di un non perfetto funzionamento del limitatore di giri.

Nello scollinamento posto sul rettilineo del Mugello, dove si raggiungono velocità di oltre 350 km/h, forse a causa dell’eccessivo carico aerodinamico dato, all’anteriore, dalle appendici aerodinamiche, si è notato un sistematico sollevamento della gomma posteriore a gas completamente aperto.

La temporanea mancanza di attrito con l’asfalto ha fatto sì che il motore prendesse ancora più giri, senza però che la gestione elettronica riuscisse a tagliare tempestivamente, con conseguente usura precoce delle parti meccaniche, sfociata poi nel danneggiamento di valvole e pistoni.

Tsuya prosegue affermando che non è stata utilizzata alcuna mappatura speciale, per dare alla M1 qualche cavallo più, utile sul lungo dritto del circuito toscano, ma che i settaggi di motore sono stati gli stessi impiegati in tutti gli altri circuiti.

Tra le ipotesi avanzate dal dirigente Yamaha, c’è quella che riguarderebbe una diversa gestione, nei tempi e nei modi, del limitatore di giri da parte della centralina unica utilizzata quest’anno, pur senza puntare il dito contro di essa.

Dal momento che il motore di Rossi oggetto del guasto era il più “fresco” tra quelli punzonati e ben lontano dall’essere tolto dalla rotazione, la casa dei tre diapason, non potendo intuire quali fossero state le cause della rottura di Lorenzo del mattino, ha ritenuto non ci fossero elementi sufficienti per sostituirlo prima della gara.

Data la particolarità della pista del Mugello, secondo Yamaha non si potranno ripetere, nel corso della stagione, episodi simili, anche se da Iwata fanno sapere di aver comunque preso le opportune contromisure.

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