Indian Motorcycle festeggia 115 anni
Il 2016 segna 115 anni da quando George M. Hendee e Oscar Hedström iniziarono a costruire quella che sarebbe diventata la Indian Motorcycle.
Nel lontano 1897 George Mallory Hendee costruiva già biciclette con il nome di “American Indian”, abbreviato semplicemente in “Indian”. Tre anni dopo, nel 1900, Carl Oscar Hedström si unì all’impresa. Entrambi erano ciclisti professionisti e decisero di costruire insieme una bicicletta motorizzata da utilizzare come mezzo di assistenza per le gare ciclistiche.
Il primo prototipo, dotato di propulsore monocilindrico da 1,75 HP, e le prime due unità costruite risalgono al 1901 e a questa data si fa risalire l’anno di nascita della Indian, anche se le prime moto vennero vendute al pubblico nel 1902. Nel 1903 Oscar Hedström stabilì anche un record di velocità di 56 miglia orarie, mentre nel 1904 la compagnia, che nel frattempo produceva al ritmo di 500 unità all’anno, introdusse la colorazione rossa che divenne ben presto un marchio di fabbrica. Nel 1905 Indian costruì il suo primo bicilindrico, destinato alle corse, del quale venne messa in vendita una versione stradale già nel 1907.
Nel 1913 l’azienda produceva ben 32.000 moto all’anno e nel 1923 cambiò ufficialmente il nome da The Hendee Manufacturing Company a The Indian Motocycle Company, si noti bene senza la R odierna. Innumerevoli sono stati i successi di vendita e sui campi di gara; questo almeno fino al 1953, anno in cui la Indian chiuse i battenti, lasciando alla rivale di sempre Harley-Davidson il predominio sul mercato e nelle competizioni.
Un primo tentativo di riprendere l’azienda fu fatto nel 1999 con la Indian Motorcycle Company of America, società con sede a Gilroy, California, formata dai capitali di nove aziende, tra cui California Motorcycle Company (CMC) e IMCOA Licensing America Inc., che aveva ottenuto i diritti di licenza del marchio nel 1998 dal Federal District Court of Colorado. In questa società compariva anche il celebre attore di origini native americane Branscombe Richmond, l’indimenticato Bobby Sixkiller della serie TV Renegade. Dopo aver tentato di produrre alcuni modelli motorizzati S&S la compagnia fallì nel settembre del 2003.
Un successivo tentativo fu attuato a partire dal luglio 2006 dalla Indian Motorcycle Company, con sede a Kings Mountain, North Carolina e controllata dalla società di investimenti londinese Stellican Limited. Dopo aver continuato la produzione della defunta IMC di Gilroy, nel 2009 la nuova società presentò un nuovo modello con motore Powerplus da 1720 cc che non ebbe però il successo sperato.
La vera rinascita si ebbe finalmente nel 2011 con l’acquisizione da parte del gruppo Polaris che, dopo aver presentato nel 2013 la Chief Vintage Final Edition ancora dotata del motore Powerplus, nel 2014 rinnovò totalmente la gamma presentando a Sturgis la nuova Chief con motore Thunder Stroke 111, che oggi equipaggia tutta la gamma Chief, composta da sette modelli, inclusa la granturismo Roadmaster e le recenti Springfield e Chieftain Dark Horse, a cui si affiancano la Scout e la Scout Sixty con motori da 1.133 e 999 cc.
[img src=”https://media.motoblog.it/9/9b0/16_indian_wheels_and_waves.jpg” alt=”16_indian_wheels_and_waves.jpg” align=”center” size=”large” id=”789428″]
In Europa i possessori di Indian sono circa 6.000 ed esistono anche sedi europee del Indian Motorcycle Owners Group (IMRG) che riunisce i possessori di Indian. Pochi di loro sono in Italia, ma il motivo forse andrebbe chiesto all’importatore ufficiale del marchio. Una breve storia di questa mitica casa americana potete trovarla sul sito ufficiale dell’azienda.
Nel frattempo l’azienda ha festeggiato proprio in Europa i suoi 115 anni e precisamente in Francia, a Birarritz, durante il Wheels and Waves andato in scena lo scorso week-end, mentre negli Stati Uniti il prossimo appuntamento è dal 8 al 14 agosto con lo Sturgis Motorcycle Rally.