Moto3 Assen, Binder nella morsa degli italiani. Fenati e Bulega, fratelli coltelli?
Brad Binder, attuale leader della Moto3 nella morsa degli italiani. Fenati e Bulega, fratelli coltelli?
Moto3 Assen 2016 – C’è forte attesa per la prossima gara della Moto3 ad Assen, ottavo round iridato 2016 sui 18 in programma. Pur non essendo ancora al giro di boa il GP d’Olanda può essere indicativo sul futuro di un campionato fin qui avvincente sul piano agonistico e convincente su quello tecnico. La forzata assenza per i postumi di una caduta in allenamento di Jorge Navarro, recente vincitore dell’ultima tappa a Montmelò, non solo toglie dalla corsa olandese uno dei principali protagonisti ma apre a nuove prospettive.
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La prima: il capoclassifica 21enne sudafricano Brad Binder (quinta stagione iridata, quest’anno già tre vittorie a Jerez, Le Mans, Mugello, due pole e diversi piazzamenti:147 punti contro i 103 di Navarro, gli 80 di Fenati, i 66 di Bulega ecc.) ha l’occasione per prendere il volo nei confronti dello spagnolo, costretto a saltare almeno questa gara.
La seconda: gli italiani – a cominciare da Fenati – possono fare un gran salto in avanti tentando anche di accorciare le distanze dalla testa della classifica. Binder è oggi il pilota più completo sulla moto più competitiva (al pari della KTM di Fenati) ma il ruolo di favorito non “garantisce” il … titolo, vuoi per il folto numero degli agguerritissimi avversari vuoi per i rischi che ogni corsa comporta per la battaglia alla baionetta che si accende per la conquista del podio. Con Navarro “fuori”, Binder potrebbe essere indotto a una corsa d’attesa: un boomerang per il leader della classifica, per il possibile e doveroso assalto degli italiani, Fenati in primis.
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L’asso ascolano del Team Sky VR46, gran primo in Texas e grandi corse alternate da prestazioni non esaltanti (oltre alla sfortuna del Mugello per il ko del motore), deve ritrovare la massima concentrazione per esprimere il potenziale personale e del mezzo di cui dispone attaccando sin dalle prove in una corsa che potrebbe finire in un volatone, come già nel 2015, con i primi sette in fotofinish. Qui, si sa, pesa la “rivalità” interna al Team fra il 20enne “esperto” Fenati e il rookie irriverente 16enne Bulega, la superba rivelazione 2016, già prepotentemente sul secondo gradino del podio a Jerez con la giliegina profumatissima di una stratosferica pole che parla da sola.
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Per i due piloti – diversi fra loro in tutto – è l’ora del salto di qualità trasformando la rivalità interna da un laccio negativo che frena (e frega) entrambi in opportunità che consenta sia a Romano che a Nicolò di incrociare le lame solo contro gli avversari, raccogliendo i frutti sperati, non foglie secche. Spetta anche al Team svolgere quel ruolo propulsivo e di orientamento decisivo per non far debordare i rapporti interni oltre la rivalità consentita trasformandoli in valore aggiunto. Non è il momento per pensare a … “giochi” di squadra anche se dopo Assen e dopo il successivo Sachsenring, alla luce dei risultati, un pensierino va fatto. Per adesso è fondamentale che Fenati e Bulega godano dello stesso potenziale “psicologico” e dello stesso supporto tecnico.
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Ripetiamo: Binder è in vantaggio ma il campionato è lungo e apertissimo e (oltre a Navarro) Fenati e Bulega sono entrambi della partita per giocarsi non solo il podio ma anche la corona iridata. Basta crederci e non commettere errori, non solo in pista. Idem, anche se più difficile per altri nostri “giovani leoni”: Bagnaia quinto con 54 punti, Antonelli sesto con 52 punti con la vittoria in Qatar e qualche zero di troppo, Bastianini settimo con 49 punti. Tutti ragazzi di alto livello tecnico e agonistico, su moto e con Team adeguati, in grado di qualsiasi exploit. Ultima considerazione per il rookie Fabio Di Giannantonio e per il rientrante (nel circus iridato) Lorenzo dalla Porta, dominatore del CEV.
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Il romanino Fabio, dopo un avvio “lento”, con il garone del Mugello ha dimostrato – per chi non lo conosceva – di che pasta è fatto. Le caratteristiche di Assen consentono il bis. Il pratese passa (pro tempore?) dalla Ktm alla Honda già di Navarro. Una moto ufficiale conquistata sul campo, mai guidata, su un tracciato esaltante ma non facile. I treni, si sa, vanno presi quando passano. E’ questo è il treno giusto per Lorenzo. Non può sbagliare anche se salire sulla moto che ha vinto l’ultima gara mondiale è una opportunità straordinaria ma non priva di rischi. In bocca al lupo. A tutti i nostri. Anche a quelli qui non nominati, impegnati dall’altra parte della classifica.