MotoGP: dal 2017 saranno proibite le appendici aerodinamiche

Quella che è stata forse la maggiore novità, nel Motomondiale, dopo il ritorno ai motori a quattro tempi, le appendici aerodinamiche, ha avuto vita breve. A Ducati il merito di averle introdotte per prima.

Di Gianluca Salina
Pubblicato il 27 giu 2016
MotoGP: dal 2017 saranno proibite le appendici aerodinamiche

La notizia era nell’aria da tempo e, alla vigilia di quella che si sarebbe poi rivelata la rocambolesca gara di Assen di ieri, è arrivata la sua ufficializzazione da parte della FIM: niente più appendici aerodinamiche, in MotoGP, a partire dal prossimo anno.

Già proibite in Moto2 e Moto3 con effetto immediato, avevano rappresentato la più grande novità degli ultimi anni, con Ducati che, utilizzandole per prima, ne aveva intuito le potenzialità, venendo poi seguita da tutti gli altri competitor.

[img src=”https://media.motoblog.it/b/b94/yamaha-motogp-assen-2016-127.jpg” alt=”yamaha-motogp-assen-2016-127.jpg” align=”center” size=”large” id=”792609″]

In realtà, la casa di Borgo Panigale aveva ripreso concetti che si perdono nella notte dei tempi del motociclismo sportivo, affondando le radici negli anni ’60 e ’70, ovviamente rielaborati in chiave moderna.

La decisione è stata presa nell’ambito di una riunione che ha visto variare anche altre regole del Motomondiale, anche se di minore impatto rispetto alle ormai famose “winglet“, che potranno essere impiegate solo fino alla fine della stagione 2016.

[img src=”https://media.motoblog.it/b/bc0/motogp-2016-dani-perdrosa-honda-repsol-16.jpg” alt=”DOHA, QATAR – MARCH 03: The bike of Dani Pedrosa of Spain and Repsol Honda Team with the new areodinamic solution in box during the MotoGP Tests In Doha at Losail Circuit on March 3, 2016 in Doha, Qatar. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)” align=”center” size=”large” id=”788982″]

C’è chi, in questa decisione, vede una prova di forza dei costruttori giapponesi, a dire di qualcuno indietro rispetto a Ducati sullo sviluppo di questo tipo di soluzione, mentre secondo altri, dal momento che ormai tutti e cinque i player della top class adottano le “alette”, la questione è meramente di sicurezza, quella stessa che, a dire di altri ancora, senza di esse diminuirà.

In qualsiasi modo stiano le cose, è indubbio che, in caso di contatto particolarmente ravvicinato tra due piloti, queste appendici possano costituire un pericolo in più e, se è vero che nessuno si è ancora fatto male, forse è il caso di evitare che ciò accada, prima di correre ai ripari.

[img src=”https://media.motoblog.it/2/2b6/vinales-suzuki.jpg” alt=”Spain’s rider Maverick Vinales steers his Suzuki during the third Free Practice session on the eve of the Italian MotoGP Grand Prix at the racetrack in Mugello on May 21, 2016. / AFP / GIUSEPPE CACACE (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)” align=”center” size=”large” id=”786530″]

D’altra parte, se una simile soluzione viene invocata per dare stabilità all’anteriore di moto che, secondo dati non ufficiali, passano ormai tutte abbondantemente i 250 cavalli, per 350 km/h ed oltre, probabilmente un rimedio più sensato potrebbe essere quello di ridurre le prestazioni.

Nel corso della stessa riunione è stato deciso che viene a cessare l’obbligo di sottoporre le prime tre moto classificate al test fonometrico. La decisione è arrivata dopo che, a seguito dell’introduzione dei motori a quattro tempi in tutte le classi del Motomondiale, mai nessun mezzo è risultato fuori dai parametri. Le verifiche ci potranno ancora essere, ma saranno demandate alla discrezione del direttore tecnico.

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Per quanto riguarda la sola Moto3, la Commissione ha dato il via libera ad Honda per procedere alla sostituzione delle molle sulle valvole di aspirazione nei motori. Il cambiamento avverrà durante il prossimo GP di Germania (17 Luglio), mentre a Mahindra verrà permessa la sostituzione della guarnizione di un propulsore che ha causato una perdita d’olio. Tutte le operazioni saranno controllate dallo staff tecnico.

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