Moto3, il "caso" Mahindra: forte con Bagnaia, debole con gli altri piloti. Perché?

Mahindra ha vinto la prima gara in Moto3 con Francesco Bagnaia (Aspar). E le altre otto moto?

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 28 giu 2016
Moto3, il

Ad Assen la Moto3 si è vestita di “tricolore” per il trionfo in volata del 19enne torinese Francesco Bagnaia, per il podio rovente con Fabio Di Giannantonio secondo e Andrea Migno terzo, per i sette italiani nella stratosferica top ten con Fenati, Antonelli, Bulega, Dalla Porta tutti a un soffio dal tris di testa e con il poleman Bastianini fra i protagonisti ma out per caduta.

[img src=”https://media.motoblog.it/8/8a6/moto3-assen-2016-055.jpg” alt=”ASSEN, NETHERLANDS – JUNE 25: Francesco Bagnaia of Italy and Aspar Team Moto3 leads the field during the qualifying practice during the at MotoGP Netherlands – Qualifying on June 25, 2016 in Assen, Netherlands. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”792666″]

Certo, dopo 8 round la classifica vede ancora in testa Brad Binder (151 punti, solo 12esimo nel GP d’Olanda per uno svarione ) su Navarro (103, assente per precedente infortunio), ma i nostri Fenati (93), Bagnaia (79), Bulega (75), Antonelli (63), poi Bastianini (49) e Di Giannantonio (47) hanno ridotto il gap e soprattutto sono oggi in forte ascesa, i terribili italiani “baby” o “ex baby” da battere. Ciò detto si impongono alcune considerazioni. Intanto la (prima) vittoria iridata di Bagnaia e della sua Mahindra ufficiale rendono onore a un pilota di grande umiltà e di grande scorza, da “baionetta”, ed a una Casa che nelle ultime due stagioni ha faticato a tenere il passo dei continui step evolutivi (a volte vere e proprie bordate) di KTM e Honda ma che, mai doma, è oramai prossima a chiudere il gap con le grandi rivali soprattutto grazie alle qualità tecnico-agonistiche di “Pecco” capace di numeri da incorniciare ma anche di interpretare come nessun altro pilota Mahindra le caratteristiche di queste moto dal gran telaio anche se ancora con gap di motore.

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In sintesi, la vittoria di Assen e gli altri exploit 2016 sono il frutto di un “signor” binomio moto-pilota dove il pilota ci mette “molto-molto” del suo. Pare anche evidente che, in questa situazione, Mahindra concentri in questa fase tutti i suoi sforzi su un pilota cha ha dimostrato di adattarsi al mezzo e che fa risultato. Ci ripetiamo in questa Moto3 così competitiva conta la moto, conta il team ma conta soprattutto il pilota: è lui che fa la differenza e Bagnaia (non solo lui) lo dimostra. La controprova viene dalla pista. In Moto3 le Mahindra, oltre a quelle del Team ASPAR (Pecco Bagnaia e Albert Arenas), sono ben sei più altre due marcate Peugeot. Ad Assen sono giunte 17° (D. Binder) con gap di 36.919, 18° (Valtulini + 41.562), 20° (Petrarca +54.639), 21° (Spiranelli +55.295), 22° D Webb (+104.271). 16° la Peugeot (McPhee + 18.602). Ritirata la Mahindra di Suzuki e la Peugeot di Masbou. Lasciamo stare le Peugeot di cui ci occuperemo presto a parte.

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Si dirà che ad Assen c’era una situazione particolare. Allora guardiamo la classifica generale dopo 8 round: la prima Mahindra è al quinto posto (79 punti) con Bagnaia, 23° con Martin (10 punti), 27° con Binder (4), 29° con Suzuki (4), poi zero punti tutte le altre di Valtulini (31esimo), 32° Arenas, 33° Petrarca, 34° Hanica. Le Peugeot: 22° McPhee (10 punti) e 30° Masbou (0 punti). Ripeto, su Peugeot faremo poi una analisi a parte. Che dire di questa situazione Mahindra che con mezzi economici, tecnologici e organizzativi di prim’ordine, è spesso ai vertici con Bagnaia ma sempre in coda con tutti gli altri e con pesanti distacchi sia in qualifica sul giro che in gara? Dalla scorsa stagione, pur se con fatica, Mahindra ha recuperato.

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Nel 2015 questi i miglior risultati nelle prime 8 gare: Qatar (9° Bagnaia, 15° Martin); Argentina (11° Bagnaia, 18° Manzi); Texas (15° Ferrari, 18° Gardner); Jerez (7° Bagnaia, 14° Martin); Le Mans (3° Bagnaia, 12° Guevara); Mugello (4° Bagnaia, 17° Martin); Catalunia (11° Martin, 17° Tonucci); Assen (11° Bagnaia, 18° Martin). Mentre nel 2016: Qatar (3° Bagnaia, 23° Binder); Texas (14° Bagnaia, 19° Suzuki); Argentina (8° Martin, 23° Bagnaia); Jerez (3° Bagnaia, 15° Suzuki); Le Mans (12° Bagnaia, 18° Martin); Mugello (3° Bagnaia, 14° Martin); Catalunia (12° Binder, 14° Suzuki), Assen (1° Bagnaia, 17° Binder). Chiaro? Nel mondiale 2015, alla fine, le Mahindra giunsero 14° (Bagnaia 76 punti contro i 260 di Binder), 17° (Martin 45 punti), 24° (Guevara 15), 27° (Manzi 10), 30° (Gardner 6), 32° (Pagliani 3), 33° (Ferrari 1).Quest’anno, dopo 8 gare: 4° Bagnaia (79 punti contro i 151 di Binder), 23° Martin (10 punti), 27° Danny Binder (4), 29° Suzuki (4), poi a zero punti gli altri piloti Mahindra dal 31° al 37°. Chiaro?

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