Capirossi chiede aiuto alla Ducati!
Che Loris Capirossi stia vivendo un momento difficile dall’inizio di questo campionato è ormai cosa ben nota. Ma Loris è uno tosto, oltre che consapevole delle sue qualità, e respinge le facili critiche di quelli che lo danno per “bollito”: “Io bollito? Se uno rincretinisce lo fa nei punti veloci, non in quelli lenti. Ho sempre dato tutto, ora ho bisogno”
Il campione italiano è pur sempre quello che ha dato alla Ducati il primo storico successo in MotoGP, e quello che ha sempre creduto nel progetto anche nei momenti difficili che non sono di certo mancati.
Oggi però è Loris che ha bisogno di aiuto, con una moto sulla quale non trova il feeling e per giunta con un nuovo compagno, il giovane Casey Stoner, che è invece costantemente sotto i riflettori per le sue incredibili prestazioni. Loris ha gioito solo ad Istanbul con un terzo porto, ben poca rispetto alle 3 gare vinte dall’autraliano.
Ed a riguardo, qui di seguito riportiamo una bella intervista che Loris ha rilasciato ieri alla Gazzetta dello Sport.
“L’inizio è stato difficile, la moto è vincente, ma io non sono riuscito a conquistare i risultati sperati. Faccio fatica, non guido bene. Devo modificare stile, ma anche la Ducati mi deve venire incontro. Ho sempre dato tutto, anche quando le cose non andavano bene; ora sono io ad avere bisogno, pretendo un aiuto. Ho sviluppato la moto dal nulla, ho vinto gare: se la Ducati è a questo livello è anche merito mio”.
– La GP7 è stata sviluppata da lei, che ha chiesto e ottenuto di tornare agli scoppi regolari: come mai ora è così in difficoltà?
“Quando abbiamo discusso del progetto con Preziosi, abbiamo concluso che con l’elettronica si poteva azzardare un motore a scoppi regolari. All’inizio sulla 800 mi trovavo bene, ero veloce. Poi si è intervenuti su molti parametri, soprattutto sui consumi: questa GP7 non ha nulla a che vedere con quella di allora”.
– Però Stoner con questa moto vince e va fortissimo…
“Casey spigola di più in curva e ciò gli permette di scaricare la potenza con la moto semi-dritta. La mia velocità di percorrenza è molto superiore, anche di 15 km/h nelle curve veloci, ma in uscita Stoner si fionda in rettilineo come un proiettile. Facile a dirsi ma difficile da fare. Se ci sono due piloti, devono essere competitivi entrambi: sbagliatissimo pensare che poiché Stoner vince, va bene così”.
– Dopo tanti anni, tanti soldi e ora il primo figlio, non ha perso qualche stimolo?
“Macché, nessun rilassamento. A Le Mans sono stato tra i più rapidi nel primo e secondo tratto, con i curvoni veloci (nella prima parte di gara con gomme da asciutto è sempre stato più veloce di Stoner; n.d.r.). Se uno si rincretinisce lo fa nei punti veloci, non in quelli lenti. È comprensibile che da fuori, con Stoner che vince, si possa pensare che sono bollito. Ma non è così. Sono un pilota coraggioso, non mi tiro indietro, non mi sono mai lamentato, mai cercato scuse. Ora chiedo un aiuto e non smetterò di correre finché non tornerò a vincere”.
via | Gazzetta