MotoGP, l’effetto Stoner

I recenti test MotoGP di Casey Stoner continuare a far parlare addetti ai lavori e tifosi. Ma perché?

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 24 lug 2016
MotoGP, l’effetto Stoner

Anche dopo l’ultimo test MotoGP sul rinnovato circuito austriaco del Red Bull Ring la domanda se Casey Stoner è un pilota o un ex pilota non trova risposta. E, a dire il vero, poco importa perché al di là delle disquisizioni fra fan di opposte fazioni l’asso australiano non ha nulla da dimostrare perché il talento non si arrugginisce e la storia – nel bene e nel male – non si cancella.

Casey non intende appendere il casco al chiodo ma, da tester di lusso, ribadisce il proprio “no” a rientrare a tempo pieno nell’arena del motomondiale. E’, quella di Casey una posizione legittima, da rispettare, senza soffiare sul fuoco delle polemiche. Il test sull’ex Zeltweg è stato analizzato in lungo e in largo sotto molteplici aspetti – da quelli tecnico-agonistici a quelli mediatici fino a quelli psicologici – lasciando tutto come prima, con le tifoserie rinchiuse nelle rispettive casematte, ferme nelle incrollabili posizioni “pro” e “contro”.

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Sintetizziamo la nostra analisi sul test: Stoner ha girato forte, molto forte ma ciò non si traduce automaticamente in una sua competitività al top in gara dove molte sono le variabili, ben più complesse di una prova. Hic Rhodus hic salta: la corse si fanno correndo insieme agli altri, iniziano quando scatta il verde del semaforo e terminano sotto la bandiera a scacchi. Tutto il resto, anche un test importante, è altra cosa. L’abbiamo ripetutamente spiegato e non ci torniamo.

Fatto sta che Stoner – prima durante e dopo i test- si è presa tutta la scena mediatica, surclassando persino Valentino Rossi, da sempre la “star” sotto i riflettori, il number one attorno al quale tutto l’ambaradan del Circus gira. E’ la prima volta, da oltre un decennio, che questo accade. Tanto più significativo perché Stoner non ha trionfato in un Gran Premio, limitandosi a una due giorni di prove con una Ducati laboratorio.

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Ciò significa, sic et simpliciter, che la MotoGP ha bisogno come il pane di un campionissimo contraltare di Rossi, anche mediaticamente. E’ la vecchia storia di Coppie e Bartali, di Nuvolari-Varzi, di Agostini-Pasolini e così via. L’uno illumina l’altro e viceversa. Poco conta chi vince e chi perde. In questi casi a vincere è lo sport.

Se questo è vero, che a Valentino serve un “contraltare” adeguato, grandi campioni quali Marquez e Lorenzo non si sono (fin qui) dimostrati all’altezza, almeno in questo ruolo. I motivi sono diversi – a cominciare dalla arrogante miopia della Dorna – ma questa è la situazione, oggi. C’è bisogno di uno Stoner (in stato di pre-pensionamento) per riaccendere la MotoGP! Un “nuovo” Biaggi la infiammerebbe.

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Ultima considerazione su Stoner, da molti considerato tutt’ora il vero “number one” in pista e fuori, capace anche di dire addio a nuova fama e più soldi in nome di una presunta “superiorità morale” di fronte a una MotoGP (e a un motociclismo) snaturati nella loro identità, stretti nella morsa fra show e business. Più volte abbiamo criticato questa MotoGP inchiodata al business con i limiti che sono sotto gli occhi di tutti, da noi tante volte evidenziati. Ma chi fugge perde e lascia tutto com’è.

Per chi scrive queste note Stoner resta uno dei (pochi) talenti diamantini del firmamento mondiale, uno dei (pochi) piloti cui ben si addice l’appellativo di “fenomeno”. Il forfait di Casey dal motomondiale è stata una scelta personale da rispettare ma, a nostro parere, da non condividere. In questi decenni abbiamo conosciuto altri grandi campioni cui l’ambiente andava stretto, anzi di traverso: grandi piloti che, disgustati come lo è stato e lo è ancora oggi il “canguro”, rifiutavano il rito del paddock e scendevano in pista solo all’ultimo momento. Posizioni – ripetiamo – legittime come altrettanto legittime sono quelle di altri piloti che invece in questo ambiente ci sguazzano.

[img src=”https://media.motoblog.it/4/4fe/ducati-test-motogp-austria-06.jpg” alt=”SPIELBERG, AUSTRIA – JULY 20: Casey Stoner of Australia and Ducati Team speaks in box with mechanics after crashed out during the day 2 of MotoGP Tests In Zwelteg at Red Bull Ring on July 19, 2016 in Spielberg, Austria. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”798089″]

Quando si “pesa” un pilota, la valutazione va fatta a tutto tondo, sulla carriera. Ciò riguarda anche straordinari campioni, cui la sfortuna ha tarpato troppo presto le ali. Un solo esempio, fra tanti: Jarno Saarinen. In quel caso – o in casi analoghi – si usa una sola parola: meteora. Ecco, Casey Stoner, grandissimo campione, rischia questo appellativo. Una meteora, una luminosissima meteora. Chissà se il “canguro” ritroverà l’orbita che lo riconduce alla MotoGP?

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