MotoGP, doppietta Ducati con Iannone magico e Dovizioso “scudiero”. La Rossa, vittoria dopo 6 anni. Marquez in “difesa” regge in classifica
GP Austria: storico trionfo Ducati. Imprendibili i due Andrea. A Brno la controprova
E’ fatta, rotto l’incantesimo: dal 2010 a bocca asciutta la Ducati torna finalmente alla vittoria in MotoGP dominando il GP d’Austria con Andrea Iannone primo dopo la pole e il giro veloce e Andrea Dovizioso secondo su Lorenzo, Rossi, Marquez nell’ordine oggi inesorabilmente sconfitti, con le briciole in mano.
Un trionfo annunciato, questo delle Rosse nel velocissimo infido saliscendi dello Spielberg dopo aver dominato i test di un mese fa, prove libere e qualifiche, finendo con una doppietta da incorniciare perché ottenuta senza sbavature e di fronte a tutti gli avversari che non possono accampare scuse di sorta.
Vista oggi, la Ducati, velocissima sui tre dritti e da paura nelle feroci accelerazioni ma anche lineare in percorrenza di curva e parca nel consumo di gomme, pare proprio di aver coperto il gap con le giapponesi. Sarà davvero così? La controprova, subito, fra una settimana a Brno.
Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, la festa in Casa Ducati sarebbe stata ancor più grande invertendo l’ordine d’arrivo dei due Andrea. Perché oggi a riportare la Desmosedici GP sul gradino più alto del podio della MotoGP è stato l’Andrea abruzzese, cioè il pilota che ha avuto il benservito dalla Casa bolognese, preferendogli per il 2017 il Dovi, oggi nel non comodo ruolo di… scudiero.
Tant’è. Il rischio patatrac c’era ed averlo evitato dà più sapore al trionfo. Bravo Iannone che in un sol colpo cancella anche precedenti prestazioni discutibili, bravo Dovizioso cha ha accettato da gran signore qual è i valori in campo di oggi. Un trionfo così vale quindi bene una… messa e il rospo va giù liscio liscio – anche al Dovi – dato che si brinda tutti felici e contenti.
Vista la corsa da freddo, pare che gli avversari dei due Andrea italiani – constatata la odierna superiorità delle quattro cilindri emiliane – abbiano corso sulla difensiva, accontentandosi di portare a casa più punti possibili.
Certo, le scaramucce non sono mancate, con Lorenzo, Rossi, Marquez che ci hanno provato, ma sono state – appunto – scaramucce o poco più. Marquez, dopo i due lunghi, ha capito che con la sua Honda qui al gancio e con la spalla che si ritrova dopo la gran botta di ieri, era meglio pensare alla classifica che, a dire il vero, con il suo quinto posto dietro a Rossi quarto e a Lorenzo terzo, ai vertici non cambia un gran che, anzi niente: Marquez 181 punti, Lorenzo staccato di 43 punti, Rossi di 57.
Pure Valentino è parso appagato, anche se gli può bruciare l’essere di nuovo sotto il podio, con sopra, sul terzo gradino, proprio Jorge che sotto il sole d’Austria risorge.
Il resto va avanti a fotocopia, con i soliti (pochi) sprazzi di Vinales e della sua Suzuki che alla fine subisce un gap di quasi 15 secondi e con il solito Pedrosa (settimo dopo sorpassi che si potrebbero chiamare altrimenti) con un distacco di oltre 17 secondi con la Honda ufficiale: roba da scendere e stracciare la licenza.
Una corsa anche piacevole ma sostanzialmente una corsa di mezz’agosto, di “passaggio” pensando che le vere nuove ostilità si riapriranno il prossimo week end a Bro in tutt’altro circuito e atmosfera. Ducati, adesso, da outsider è chiamata a confermare il risultato odierno. Si spera solo di non aspettare altri 6 anni per il bis del GP d’Austria.