MotoGP: Aprilia che succede?

La RS-GP progredisce ma i risultati non arrivano ancora e la delusione per l'occasione persa in Austria brucia. Colaninno ha tuonato contro la squadra ma se il presente langue, il futuro potrebbe non essere cosi buio...

Di Flavio Atzori
Pubblicato il 16 ago 2016
MotoGP: Aprilia che succede?

Alla fine giunse l’urlo di Colaninno. Al presidente non è andata giù la prestazione Aprilia in quel del Red Bull Ring, dove Alvaro Bautista ha chiuso 16esimo e Stefan Bradl addirittura 19esimo. Non è andato giù il risultato se vogliamo dirla tutta. E questo perchè Aprilia aveva tutte le carte in regola per fare bene.

Da qui il diktat del presidente, che ha puntato forte su una volontà di rivalsa, serrando in ranghi in vista della prossima – imminente – gara. “Non possiamo accettare che errori umani, legati alla gestione tecnica come alla condotta di gara, ci impediscano di mostrare il nostro vero valore e raccogliere i risultati che meritiamo”. Già, ma cosa è accaduto? Un piccolo cumulo di errori, un piccolo disastro se vogliamo. Doppia falsa partenza per Bautista e Bradl, un problema ai dashboard che hanno rallentato ancor di più la prestazione.

Ed è qui che fa male, perchè sul giro, sul passo di gara, la casa di Noale era messa bene, lanciata verso quello che poteva essere un risultato, anzi, il risultato migliore della stagione. La top ten era perfettamente alla portata, e credendoci forse, ce la si poteva giocare con la Honda di Pedrosa. Tanto per intenderci: il miglior giro di Alvaro Bautista è stato di due decimi peggio di quello di Marquez. Ecco il perchè del tuono di Colaninno. Perchè Aprilia ad oggi ha coltivato tanto, tantissimo, ma non ha raccolto ne in termini di risultati ne tantomeno di visibilità.

Ed allora la domanda sorge spontanea? Come sta procedendo il progetto RS-GP? In realtà bene, ecco il paradosso. Perchè questa moto è nata praticamente ad inizio anno dopo una stagione passata con una aRT evoluta. Perchè lo sviluppo sta avvenendo a stagione in corso. Questa stagione in corso. L’evoluzione tecnica c’è, si nota, nonostante la sfida sia difficile. Ecco, forse è stata anche colpa nostra. Colpa nostra per non aver fatto capire quanto sia ardua la sfida del Leone di Noale.

Ed allora, per fare un piccolo paragone, basti pensare che Suzuki ha atteso tre anni e molti test privati prima di confrontarsi con gli avversari lo scorso anno. Che KTM, salita alla ribalta delle cronache questo fine settimana, nel suo primo confronto nei test di Luglio (quindi non in una situazione da gara) ha preso circa due secondi di ritardo. Un distacco accolto favorevolmente, benevolmente (seppur in maniera relativa visto che ogni casa ovviamente vuol stare davanti).

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Ecco, Aprilia quel ritardo non lo sta accusando, nonostante stia facendo sviluppo…in gara. Eppure la casa austriaca ha avuto ancor di più gli onori delle cronache. Ed allora l’atavico dubbio sovviene: cosa succede? Cosa è mancato? Perchè si parla poco di Aprilia? Forse proprio perchè è mancata quella suspance, quell’attesa, quell’alone di mistero. I risultati d’altro canto,come il cronometro, il più delle volte parlano per te. Eppure non raccontano il coraggio, la dedizione, la grandezza di questa sfida. Non raccontano tutto, tantomeno l’evidente ambizione e lo scoramento di un risultato mancato come quello del Red Bull Ring.

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L’urlo di Colaninno sottolinea ancor di più quale sia la voglia di crescita di una casa che ha fatto la storia delle competizioni con oltre cinquanta titoli iridati. E lo stesso Romano Albesiano, a capo del progetto, posto ovviamente sotto la graticola è deluso: “Avevamo la migliore moto possibile e i tempi dimostrano che Bautista senza gli inconvenienti poteva entrare tranquillamente nella top-10. Non possiamo accettare che il nostro potenziale sia sciupato a causa di una disattenzione dei piloti in partenza e di nostri errori banali nella gestione dei messaggi sul cruscotto.”.

L’occasione per un riscatto è a Brno. Forse, ancora una volta, non sotto la luce dei riflettori. Eppure, quella di Aprilia è una di quelle sfide che andrebbero raccontate fino in fondo. Una montagna da scalare a partire dal sentiero più tortuoso, e senza nemmeno prendersi del tempo per imparare. All’arma bianca. Ecco perchè il risultato di domenica bruciava. Perchè con sfide del genere, dove la posta in gioco è elevatissima, ogni minimo errore si paga tantissimo, a maggior ragione prestando il fianco alle critiche di chi non ha ben compreso tale scelta dirottando risorse da una Superbike su cui Noale tornerà (come ha fatto più volte) a riporre delle risorse in appoggio (come d’altronde ha fatto quest’anno, anche se in ritardo, e come probabilmente farà il prossimo).

Il presente langue, ma se la prestazione c’è, il futuro potrebbe non essere cosi buio come potrebbe sembrare. Certo è che a Noale devono iniziare a raccogliere quanto – di buono evidentemente – hanno seminato.

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