MotoGP, Marquez “brucia” Lorenzo con una pole da record. Terzo Iannone. Rossi solo sesto.
Il capo classifica della Honda cerca la vittoria per ipotecare il titolo iridato
In Moravia tira un’altra aria da quella dello scorso week end in Austria allo Spielberg e i saliscendi di Brno tolgono alla Ducati, almeno in qualifica, il predomino di una settimana addietro.
Non una debacle che cancella quel che di “storico” la Casa di Borgo Panigale ha fatto pochi giorni fa nell’ex Zeltweg caratterizzato da due-tre dritti infiniti dove le Desmo GP 16 dei due Andrea volavano: ma un ridimensionamento sì, con Iannone che ci mette del suo, guadagnando alla fine con i denti una prima fila di gran rispetto dietro agli imprendibili Lorenzo, secondo, e al poleman Marquez.
Il gap della Rossa di oltre sei decimi pesa (+0.631) alle spalle del maiorchino della Yamaha (+0.253) cui quel gran diavolo di Marquez soffia quasi a tempo scaduto la pole (quinta nel 2016!) con una frustata che lascia il segno: 1’54.596.
Jorge, tornato in gran forma, pareva tener bene il bandolo della matassa: 1’54.791 nelle Fp3, poi subito 1’54.959 all’inizio delle Q2, quindi l’ultima limata pesante a un minuto dalla fine: 1’54.849. Pole? Macchè! Marquez trova il tempo per infilarsi sotto la bandiera a scacchi, bruciando addirittura Rossi nell’ultima curva, sbriciolando il crono di Jorge con la freccia atomica dell’1’54.596.
Spalla massacrata dopo il solito volo del venerdì? Strascici psicologici dopo aver bruciato l’ultimo jolli evitando non si sa come un’altra caduta dagli esiti ben più pesanti? Honda che tiene il pilota come fosse sopra un toro impazzito? Tutti interrogativi cui Marc Marquez mette una pezza. Come fa non si sa, ma lo fa, su un circuito da pelo dove il polso destro e il cuore fanno la differenza. Come non dirgli, bravo! Anzi, magnifico!
Intendiamoci, magnifico anche Lorenzo che, nel cielo velato della Moravia, sotto spicchi di sole, guida da par suo, piegando come vuole la sua Yamaha, veloce come un fulmine e docile come un agnellino. Insomma, gli spagnoli sono tornati e non sarà facile domani in gara – se il meteo non fa scherzi – braccarli.
Certo che Iannone ci proverà, così come ci proverà Rossi, deludente sotto il macigno di quasi un secondo di gap (+0.913), sesto e ultimo della seconda fila, dietro agli ottimi Barbera ( (quinto) e Espargaro (quarto) e davanti a Dovizioso, franato settimo (+1.152) prima di Vinales e di Pedrosa, anche per vicissitudine di gomme e di cos’altro che nella moto non va (tant’è che la cambia subito all’inizio delle Q2) e solo lui sa in un week end che pare preso dalla parte sbagliata.
Occhio, perché se domani Marquez centra il suo quarto successo stagionale è ben oltre metà dell’opera per ipotecare il titolo MotoGP 2016. Rossi, mi senti? Difendersi conta poco, anzi nulla. Solo una parola d’ordine, attaccare!
Tutti osservano il cielo, forse sperando o temendo che Giove Pluvio ci metta lo zampino.