Misano, Iannone: "Una decisione presa cosi non la capisco"

"Ci son cose che non capisco al 100%. Già ieri mi avevano dichiarato unfit prima ancora che arrivassi in ospedale a Cesena, e questo non mi è piaciuto".

Di Flavio Atzori
Pubblicato il 10 set 2016
Misano, Iannone:

Il volto è scuro, ma le parole sono chiare. Andrea Iannone non parteciperà al Gran Premio di Misano Adriatico. Oggi ha ricevuto (come abbiamo scritto qua) il deniego da parte dei medici del circuito a tornare in sella. Ai microfoni di Sky Sport, il pilota di Vasto esprime chiaramente il suo stato d’animo “Mi hanno tolto l’ultimo gran premio con la Ducati in Italia. Mi dispiace e non ho capito proprio questi cambi di idea, questa confusione”.

Il riferimento dell’italiano è alla discrepanza di osservazioni tra i medici della Clinica Mobile e dell’organizzazione rispetto a quanto ha stabilito il dottor Berardi, medico del circuito e – come spiegato dallo stesso dott. Zasa, titolare dell’ultima parola sulle questioni. “Non capisco, evidentemente vengono da università diverse” piazza la battuta amara Iannone che aveva la speranza di poter tornare in sella e capire le sensazioni

Noi siamo piloti. Io ho 27 anni e nessuno tiene di più alla mia vita che il sottoscritto. Però un pilota ha necessità di poter provare subito, carpire le sensazioni. Sono sincero, sarebbe stato difficilissimo fare la gara, ma mi serviva tornare in sella subito”. Non si tratta di un capriccio, perchè i pareri discordanti facevano propendere per almeno un test.

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Ci son cose che non capisco al 100%. Già ieri mi avevano dichiarato unfit prima ancora che arrivassi in ospedale a Cesena, e questo non mi è piaciuto”.
L’amarezza è tanta, ed anche le parole del dottor Zasa confermano una situazione particolare: “siamo i primi a tenere a cuore la salute dei piloti. Abbiamo anche consultato dei nostri collaboratori, tra cui il dottor Charte. Siamo in un mondiale su due ruote e per noi vi erano i margini per dichiarare Iannone fit to race e vedere come sarebbe stato in sella. La decisione ultima però spetta al medico del circuito, e noi ovviamente la rispettiamo senza problemi. Di solito ci si confronta – anche in vista di Aragon – per trovare una soluzione. Staremo a vedere”.

La replica del dottor Berardi è ovviamente chiara: “Stiamo parlando della schiena. Io penso alla salute del ragazzo. Capisco il suo disappunto. Lui ha provato a convincermi per tornare in sella, ma alla fine è stato collaborativo ed ha capito. L’infrazione non era grave e forse sarebbe potuto salire in sella, certo. Ma la mia paura è quella di una ri-caduta. Basta anche solo una piccola scivolata e una botta su quello stesso punto e le conseguenze potrebbero essere molto molto gravi. Chiaro che se non do l’autorizzazione per fare la gara, non posso darla nemmeno per un giro”.

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