MotoGP, quanto vale la sfida Rossi-Lorenzo per la corona del “vice”? Il secondo è il primo degli sconfitti. Ma…

Marquez, titolo oramai in tasca. Ma la MotoGP si infiamma per la sfida del "vice" fra Rossi e Lorenzo

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 27 set 2016
MotoGP, quanto vale la sfida Rossi-Lorenzo per la corona del “vice”?  Il secondo è il primo degli sconfitti. Ma…

Enzo Ferrari, spesso primo con le sue Rosse, sentenziava: “Il secondo è il primo degli sconfitti”. Valentino Rossi, invece, dopo il terzo posto ad Aragon, con il trionfo di Marquez e il sogno del titolo numero 10 che svanisce, non vuole buttar via niente: “Il secondo posto in un mondiale è comunque importante”. Ecco. Aggiungendo: “Anche se il titolo è un’altra cosa”. Già.

Di solito chi ha tanto scarta… grasso, chi ha poco pulisce bene l’osso, fino a lucidarlo con la lingua. Ferrari ripeteva anche: “La sfortuna non esiste”, un monito per i suoi piloti e per la squadra a non trovare scuse, a mettersi a testa bassa per risorgere dopo una sconfitta. Quanti, oggi, sconfitti dopo una gara del motomondiale si appellano alla sfortuna? Ferrari riteneva Stirling Moss, l’eterno secondo che non vinse mai un mondiale, il più grande pilota dal dopoguerra in avanti. Anche nel motociclismo ci sono stati grandi campioni senza “corona”, ne citiamo uno per tutti: Renzo Pasolini.

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Un titolo mondiale è un titolo mondiale, una stella che brilla indelebile nel firmamento: ma i mondiali hanno tutti lo stesso “peso”? Per esempio rispetto alla cilindrata (quello della minima cilindrata – per anni la classe 50 cc – vale quanto quello della classe regina – per anni la 500?), o rispetto agli avversari (un conto è diventare campione del mondo davanti al secondo e al terzo illustri sconosciuti o quasi, un altro conto è un podio iridato con Hailwood, Agostini, Read ecc.).

Ma torniamo all’oggi, al dopo Aragon, dove in MotoGP Marquez, ripetiamo, ha vinto allungando in classifica (+ 52 punti su Rossi) mettendo le mani sul mondiale 2016 (sarebbe il quinto titolo iridato complessivo all’età di 23 anni!) con Rossi che però non molla perché matematicamente lo spiraglio esiste, anche se lo stesso Vale è ora insidiato da Lorenzo per la piazza d’onore. Altre volte in passato la battaglia per la seconda piazza ha destato interesse, altre volte no. Conta chi combatte nell’arena. Qui si presenta la classica eccezione che nobilita la sfida per il titolo di vice campione del mondo.

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Non solo perché in lizza ci sono due fuoriclasse quali Rossi e Lorenzo ma perché entrambi sono sotto i riflettori per le polemiche (anche astiose) che infuriano da mesi, per l’inimicizia fra i due che mal si sopportano, per i reciproci (possibili anche in futuro) tiri mancini. Inoltre sono piloti della stessa Casa (Yamaha), vivono da separati nello stesso Team, hanno un futuro diverso, con il pesarese che resta per almeno altre due stagioni con le moto dei tre diapason mentre il maiorchino se ne va – quasi “costretto” – approdando in quel di Borgo Panigale per la nuova avventura con la Ducati.

Di fatto, è stato Rossi a “spingere” fuori… casa Lorenzo, con la Yamaha (e la Dorna) che non hanno mosso un dito perché ciò non avvenisse convinti che il binomio Valentino- Yamaha sia non solo molto competitivo e vincente ma resti il volano che fa girare il business del Motomondiale. Allora, direte voi? Una volta chiusa la partita del numero uno, con la corona sul capo di Marquez, per Valentino e per Jorge inizia sin dalla prossima gara di Motegi un altro … “mondiale”, quello che assegna il titolo di “vice”. Appunto.

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Se il meno coccolato e meno considerato Lorenzo-imbronciato dovesse prevalere sul favoritissimo Rossi-uova d’oro Yamaha si troverebbe in casa il pilota sconfitto – non solo da Marquez – ma proprio da quello che se ne va. Uno smacco. In quel caso, invece, Ducati si troverebbe nel 2017 il pilota con la tabella numero due, non facilmente ripetibile dallo stesso Jorge in sella alla Rossa nel 2017. In caso contrario, con Rossi vice campione del Mondo, il rospo nel gozzo se lo tiene Lorenzo, anche perché – ripetiamo –non sarà facile per il nuovo binomio Lorenzo-Ducati inserirsi nella lotta per il titolo avendo di fronte Marquez-Honda e Rossi-Vinales-Yamaha ecc.

Insomma, per Lorenzo battere alla fine in campionato Rossi è una soddisfazione che ripaga una stagione fra alti e bassi. Così Rossi si trova adesso a battersi su due fronti roventi, cercando ancora di tenere aperta la sfida con Marquez e al contempo di non consentire a Lorenzo l’aggancio.

[img src=”https://media.motoblog.it/5/5e7/motogp-2016-aragon-motorland-7.jpg” alt=”Repsol Honda Team’s Spanish rider Marc Marquez Movistar (L) and Yamaha MotoGP’s Spanish rider Jorge Lorenzo compete during the Moto GP race of the Aragon Grand Prix at the Motorland racetrack in Alcaniz on September 25, 2016. / AFP / JOSE JORDAN (Photo credit should read JOSE JORDAN/AFP/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”808614″]

E qui viene il bello, si fa per dire. Chi non ricorda le (brutte) vicende di Sepang del finale 2015 con i “giochi” roventi in pista culminati nel contatto Rossi-Marquez e gli strascichi fin nelle corti extra motociclistiche, fuori pista? Le accuse, le contro accuse, il “biscotto”, le rivalità agonistiche sfociate in odio personale, con piloti che neppure si salutano più? Ecco. Come si vede, la strada per diventare vice campione del Mondo è tutta aperta e solo alla fine delle prossime quattro gare si saprà chi avrà la meglio fra i due contendenti.

C’è da sperare che Rossi e Lorenzo se la vedano in pista fra loro, senza interferenze, non portandosi dietro ripicche insensate. Non ci sono vendette da consumare, da parte di nessuno. Sarà così?

[img src=”https://media.motoblog.it/0/045/aragon-2016-motogp-gara-11.jpg” alt=”Repsol Honda Team’s Spanish rider Marc Marquez (R) and Movistar Yamaha MotoGP’s Italian rider Valentino Rossi compete during the Moto GP race of the Aragon Grand Prix at the Motorland racetrack in Alcaniz on September 25, 2016. / AFP / JOSE JORDAN (Photo credit should read JOSE JORDAN/AFP/Getty Images)” align=”left” size=”large” id=”808594″]

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