SBK Magny Cours, doppietta Ducati con Chaz Davies. Ma il “ragioniere” Rea (Kawasaki) ha in tasca il mondiale
Il gallese trionfa con la Ducati: terza "doppietta" stagionale! Ma Rea (Kawasaki) vola verso il secondo titolo iridato consecutivo
Quando vince, Chaz Davies lo fa a modo suo, con “doppiette” che parlano da sole ma che lasciano aperti interrogativi sui reali valori in campo nel mondiale Superbike. Chi vince ha sempre ragione e al Magny Cours, undicesimo round mondiale, la ragione sta dalla parte del lungo 29enne gallese che taglia per due volte di seguito per primo il traguardo, in Gara uno per la giusta scelta di gomme sull’umido a macchia di leopardo, in Gara due per un attacco corsaro nel finale a danno del duo Kawasaki Sykes e Rea, che ha prodotto la terza doppietta stagionale, settimo successo 2016.
Non male, anzi bene, benissimo. Peccato che il campionato volge al termine, con le Kawasaki di Rea e Sykes davanti. Parlavamo sopra di interrogativi aperti. Perché? Perché, pur senza nulla togliere al pregevole risultato e al valore indubbio di Davies e della Ducati, resta il dubbio su “come” il capoclassifica Rea stia gestendo il finale di campionato, su come giochi in difesa puntando esclusivamente alla classifica generale, nel tentativo – riuscitissimo – di rischiare il meno possibile.
Sykes, ben più di Davies, prova a rompere le uova nel paniere di Rea, ma – visti i risultati e viste le condotte di gara – sono tentativi più di disturbo – una lotta in famiglia legittima ma non sempre comprensibile – che di reale ribaltamento della realtà.
Realtà che vede Rea capace di gestire il proprio notevole vantaggio come gli pare e piace, senza preoccupazioni particolari. I 48 punti (su 100 ancora disponibili) di Rea su Sykes sono un vantaggio incolmabile e il match point a Jerez chiuderà la partita.
Nell’interrogativo di cui sopra ci sta anche il reale livello di competitività della Ducati, priva di Davide Giugliano acciaccato fisicamente e psicologicamente ko per un futuro ad alto rischio, moto indubbiamente di alto livello e – come nel GP di Francia, vincente – ma troppo legata agli umori di un Jonathan Rea che quando non pensa al campionato, vince dominando.
Diciamoci la verità: non è vero che Davies e la Ducati hanno cominciato tardi a dimostrare la loro competitività e a … vincere: è Rea (nove vittorie nel 2016, con il secondo titolo iridato consecutivo a portata di mano) e la Kawasaki che a due round dalla fine (Jerez 15 e 16 ottobre e Losail 29 e 30 ottobre) stanno gestendo il vantaggio, lasciando agli altri – nessuno escluso – quel che resta. Insomma, al di là di questi apprezzabili sprazzi di Davies-Ducati, non c’è storia. E la storia anche quest’anno la fa Rea e la fa Kawasaki.Un grande plauso va comunque a Ducati che ci prova, e come!
Un plauso anche alla MV Agusta e allo splendido Leon Camier per il bel risultato a ridosso dal podio dopo lo sprazzo di gloria (addirittura in testa alla corsa) in Gara uno e all’Aprilia di Lorenzo Salvadori, binomio più forte sul bagnato che sull’asciutto ma comunque nelle zone alte che contano. In definitiva, belle gare. Ma mancano le fiammate che accendono i cuori. Gli spalti restano, se non vuoti, molto a maglie larghe. Cosa si aspetta a prendere atto della realtà?