Lin Jarvis risponde a Dall'Igna: "il contratto di Lorenzo scade il 31 dicembre"

Il team manager Yamaha: "Questo è uno sport ma anche un business. Abbiamo già concesso a Jorge di poter provare ai test Irta di Valencia"

Di Flavio Atzori
Pubblicato il 14 ott 2016
Lin Jarvis risponde a Dall'Igna:

Qualora le polemiche e gli strascichi al veleno degli ultimi tempi tra regolamenti, ali e chi più ne ha più ne metta non fossero stati sufficienti, ecco che a Motegi si è riaccesa la scintilla. Protagonista, nel bene o nel male – fate voi – è sempre la Ducati. Se prima la questione verteva sulla regolamentazione delle ali, con accuse rimbalzate tra Honda e Borgo Panigale, ora si passa all’affaire Jorge Lorenzo.

Ed in questo caso, lo J’Accuse, nemmeno troppo velatamente diplomatico, arriva proprio da Gigi Dall’Igna secondo cui era auspicabile che la casa di Iwata avrebbe concesso al campione del mondo in carica la possibilità di poter provare la Desmosedici ai test di Sepang. Già, perchè Yamaha questo “gentleman agreement” non l’ha concesso al maiorchino. Nulla di nuovo sotto il sole per molti versi, visto e considerato come la storia racconta del no di Honda a Rossi quando passò nel 2004 a Yamaha. Dall’Igna aveva auspicato sportività:

I contratti vanno rispettati, ma noi a Iannone abbiamo concesso la libertà di poter fare le sue prove per il prossimo anno” aveva riferito Dall’Igna ai microfoni di Sky Sport “Credo e mi aspetto che Yamaha abbia dentro di se un pò di sportività e che permetta quindi a Lorenzo di provare in Malesia”.

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La replica, netta, chiara e senza ombre e giunta proprio per bocca di Lin Jarvis che esordisce con un perentorio “Sono d’accordo con Gigi sul primo punto, i contratti vanno rispettati”. Ecco, da questo punto in poi però le strade divergono fortemente “Questo vale anche per noi, ma non solo come team, ma anche come azienda. Siamo una grande azienda globale, paghiamo tanti soldi anche per avere diritti fino a dicembre. Questo è importante per noi, ma anche per tutti gli sponsor”.

Chiosa Jarvis sempre ai microfoni di Sky Sport. E, seppur ce ne fosse bisogno, il team manager chiude ogni porta “Abbiamo già concesso due giorni di test per Valencia per i test IRTA, noi abbiamo gatto già un qualcosa di sportivo. Sinceramente questa è la nostra posizione”. Insomma, per prendere proprio una battuta iniziale sulla questione dello stesso Jarvis “questo è uno sport, ma anche un business”.

Yamaha dunque si appella al lasciapassare già per i test all’indomani dell’ultimo gran premio, e sul rispetto degli accordi e delle sponsorizzazioni. Giustissimo. Verrebbe da capire se Suzuki avesse fatto lo stesso con Maverick Vinales cosa sarebbe accaduto. Ma tant’è, ognuno fai propri interessi in un mondo come la Motogp. Tanto più che Jarvis sottolinea come la questione non sia valsa solo per Jorge Lorenzo, ma anche per Pol Espargaro, in procinto di passare in KTM anche se, ai microfoni di Motogp.com riconosce comunque come la questione sia differente.

E’ però fuor di dubbio che, dopo le grandi, immense polemiche dello scorso anno, con al centro il comportamento dei piloti, la MotoGP, in assenza di una vera e propria lotta per il campionato, stia divergendo su una lotta politica in piena regola. Se prima le acque tra le case sembravano calme, ora sembra essere in atto una vera e propria tempesta in un bicchiere d’acqua. Solo che, trattandosi di MotoGP, anche una goccia può risultare determinante per la conquista della vittoria finale.

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