Cannonball Trophy 2016

Si è conclusa la Cannonball Trophy 2016, una scorribanda a due ruote organizzata dal customizer Dino Romano.

Di Lorenzo Rinaldi
Pubblicato il 26 ott 2016
Cannonball Trophy 2016

Ricordate il film del 1976 The Gumball Rally? Forse ricorderete meglio il titolo con cui è uscito nella sale italiane: La corsa più pazza del mondo. Prendendo ispirazione da questo film e da altri eventi simili organizzati in questi anni in tutto il mondo, Dino Romano, noto anche al grande pubblico per la sua partecipazione a Lord of the Bikes, ha organizzato la sua Cannonball Trophy 2016. Niente di clandestino, almeno non dal punto di vista “penale” o del codice della strada.

Gli ingredienti sono semplici: un punto di partenza e un arrivo sconosciuti fino all’ultimo minuto. Una “gita fuori porta” di 1.000 chilometri a cui hanno partecipato 25 uomini e donne dai ventotto ai sessantotto anni su moto di tutte le marche: BMW, Ducati, Moto Guzzi, Harley-Davidson, Royal Enfield, Triumph, Yamaha, senza limiti di data d’immatricolazione e cilindrata, ma con un’unica regola da rispettare: Le moto a carburatori potevano essere raffreddate ad aria o a liquido, mentre per quelle a iniezione l’unica limitazione era quella dell’obbligo di raffreddamento ad aria.

La lancetta del tempo ha decretato vincitore Alessandro Bongiovanni, titolare insieme a Mauro Relli dell’officina custom Motorè Vintage Roma, che ha spartito con gli avversari la gloria di partecipare a un evento che sarà la base e l’ispirazione di un libro. Un’opera che racconterà la passione per l’avventura e per la moto come compagna di vita. Una prova di resistenza psicologica e fisica, che ha visto i protagonisti di questa esperienza confrontarsi con i diversi tipi di strade, sfidare le intemperie e gli sbalzi termici.

Dalla campagna toscana all’alto piano di Campo Imperatore, sulla Futa, attraversando l’Emilia-Romagna, l’Umbria, le Marche e l’Abruzzo e tornando indietro su un altro percorso, per una esperienza emozionante ma piena di imprevisti. Tutti i partecipanti erano uniti da un patto di onestà e dall’impegno di doversi fotografare vicino al cartello stradale delle città toccate.

La Cannonball Trophy ha esaltato e fatto rivivere i sentimenti di libertà, di condivisione e autenticità con il piacere di “sporcarsi le mani” sui propri mezzi per realizzare il sogno di avercela fatta. Un’immersione old style tra pneumatici consumati, olio motore, cuscinetti scoppiati, freni usurati e la volontà di giungere alla meta.

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