Intervista a Paolo Pirozzi: 564 mila km in Ducati con record

L’amore per la Ducati, un carattere forte e determinato, tanta passione: questa la miscela all’origine delle imprese di Paolo Pirozzi.

Di Rosario Scelsi
Pubblicato il 28 ott 2016
Intervista a Paolo Pirozzi: 564 mila km in Ducati con record

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Paolo Pirozzi è conosciuto in ambito motociclistico. Molte le imprese compiute nel tempo, con diversi primati. Ad accompagnarlo solo e sempre moto Ducati, con le quali ha percorso oltre 564 mila chilometri.

La passione per le opere di Borgo Panigale risale a quando era bambino, innamorato di un esemplare parcheggiato vicino alla sua scuola elementare: le note di scarico lo entusiasmavano. Quello fu il primo legame con un marchio prima inseguito nei sogni e poi vissuto nella quotidianità, in modo concreto, nell’abbraccio di un sano nazionalismo, che Pirozzi ostenta con orgoglio.

La sua ultima avventura lo ha portato a battere un record assai prestigioso, avendo compiuto il giro del mondo in appena 13 giorni 8 ore e 14 minuti, guidando per circa 1800 km al giorno una Ducati Café Racer senza navigatore e in solitaria. Il primato precedente era di 18 giorni e 8 ore.

Per l’autore dell’impresa, che aveva già compiuto un altro tour intorno al pianeta, un percorso difficile, passando da Italia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Bielorussia, Russia, Siberia, Stati Uniti, Portogallo, Spagna, Francia, per poi far rientro nel Belpaese con la gioia nel cuore e tante storie emozionanti da raccontare. Ogni record/impresa di questo straordinario personaggio è stato portato a termine senza navigatore, in solitaria e senza alcun tipo di assistenza. Gli abbiamo fatto alcune domande.

La nostra intervista a Paolo Pirozzi

Fai pure delle cose ordinarie nella vita?

“Nella mia vita sono un pilota, faccio corsi di guida in pista e, lo scorso anno, per la prima volta, ho organizzato “il passo dopo passo con Paolo Pirozzi”. Ovvero 2500 km lungo alcuni degli itinerari italiani che conosco.”

Perché è così solido il tuo legame con Ducati?

“Beh, in primis perché sono sempre stato molto legato alla mia nazione, al tricolore che festeggio ogni 7 gennaio e non solo quando ci sono i mondiali di calcio. In realtà non c’è un motivo ben preciso, si può dire che sono nato con la Ducati nelle vene. Questo marchio è presente nel mio DNA da quando sono venuto al mondo. Sicuramente posso dire che una delle cose che mi ha spronato a comprare il mio primo esemplare (Monster 600 a carburatori con la quale ho percorso 68.000 km in 7 mesi) è stato proprio il fatto che molti italiani, specialmente fra i motociclisti, dicevano che le Ducati erano poco affidabili e che spesso ti lasciavano a piedi. Io non ho mai risposto verbalmente, ho preferito abbassare la visiera, stringere la bandana al collo e spiccare il volo macinando migliaia di chilometri…fino ad oggi, che sono a quota 564.000. Vedi, la Ducati per me ha un’anima, devi prendertene cura proprio come faresti con una donna della quale sei innamorato. Non puoi trattare male o trascurare la tua donna e dopo pretendere che lei ti dia tutto. Sì, sembrerò pazzo, ma a parer mio è proprio così.”

Hai coperto 564 mila km con le moto di Borgo Panigale: cosa significa per te?

“Ducati non è la mia passione…è la mia vita. I chilometri percorsi ad oggi sono pochi…i chilometri sono e saranno sempre pochi, respiro solo quando sono in sella alla mia Ducati. Ogni singolo spazio coperto rappresenta la mia nazione, tutti i ducatisti che mi seguono e la meravigliosa famiglia dei DOC (Desmo Owners Club). Record, imprese, viaggi… il mio unico monumento è la strada ed amo poter piazzare il mio tricolore, il nostro tricolore, in nuovi record.”

Parliamo del giro del mondo a tempo record. Che nazioni hai attraversato? Quali i momenti più critici e le emozioni più grandi?

“Italia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Bielorussia, Russia, Siberia, Stati Uniti (da Seattle a Miami), Portogallo, Spagna, Francia e Italia, fino alla città di Napoli. Mi ha accompagnato nell’avventura Sofia (tutte le mie Ducati hanno un nome), una Café Racer con motore 1000 e telaio SuperSport del 2007, in sella alla quale ho battuto il record precedente, che era di 18 giorni e 8 ore con una moto da turismo. È stato divertente ed allo stesso tempo molto impegnativo, ho guidato per circa 1.800 km al giorno con una media di quasi 21 ore di guida quotidiana, ma sono riuscito a tornare in Italia con un tempo di 13 giorni 8 ore e 14 minuti, di cui 9 giorni di pioggia e freddo. La cosa più difficile in questo viaggio è stata mantenere una media cosi alta anche in Siberia dove l’asfalto inizia a mancare ed inizi a macinare chilometri su fango, pietre e buche ma tutto ciò allo stesso tempo fa salire notevolmente l’adrenalina e riesci a dimenticarti anche di nutrirti: l’unico obiettivo è rappresentare la nazione nel migliore dei modi e allora stringi i denti sotto la visiera, non conta se sei in un deserto, sulla neve o sullo sterrato…ciò che conta, come dico sempre è avere il gas spalancato! Usando sempre la testa perché la vita è un dono prezioso e spesso lo dimentichiamo.”

C’è qualche aneddoto delle tue avventure a due ruote che desideri raccontarci?

“Sono veramente tanti gli episodi, sono stato anche in Afghanistan e Pakistan, sono rimasto 8 giorni senza acqua e cibo a Panama, ho guidato a 41 gradi ed allo stesso tempo anche -16, ho superato due deserti, ho percorso 3 volte la Siberia, sarebbe bellissimo poter condividere emozioni, paure, adrenalina e felicità ma è sempre più difficile. Proprio per questo ho scritto un libro dal titolo “I can Fly”, ed è uscito un docufilm in 9 sale cinematografiche italiane “Ducati Hero- la storia di Paolo Pirozzi” ma non basta mai. Un momento che spesso mi viene in mente è il giorno in cui arrivai sul Tail of Dreagon. Sognavo da tempo quella strada. Dopo giorni di lunghissime e piatte Route in giro per gli States. Ricordo che accarezzai Lidia (la Multistrada 1200 con la quale feci il giro del mondo nel 2010): eravamo, come sempre, in perfetta simbiosi, sentivo che anche lei non vedeva l’ora di lanciarsi alla conquista di questa mitica strada. Tail of Dragon, ovvero la Coda del Drago, 318 curve in soli 22 km, si trova al confine tra Tennessee e North Caroline ed è stupefacente per l’assoluta mancanza di rettilinei. Mi resi conto che la temperatura era di circa -3 gradi, ma non sentii nulla, volevo solo andare in piega: destra, sinistra, destra poi ancora sinistra, era assatanato e, nonostante il freddo, la strada era buona e volevo solo divorare l’asfalto, ero completamente solo, attorno a me le foglie cadute dagli alberi e la neve: nient’altro. Ancora destra, sinistra ..ma non mi bastò affrontarla e cosi decisi di farla nuovamente…e poi ancora una volta!”

Vuoi compiere altre imprese? Quale il prossimo obiettivo?

“Certo! Anche se oggi è sempre più difficile trovare sponsor, io non mollo mai. Sto lavorando, insieme al TeamPirozzi25, ad un nuovo progetto mondiale. Speriamo bene….se dovesse andare in porto sarò felicissimo di condividerlo con voi!”

Questi alcuni dei premi conquistati da Pirozzi nel tempo:

– 1° uomo ad aver attraversato il Deserto del Gobi (Mongolia)con gomme da strada e moto italiana di serie.
– 1° Uomo ad aver percorso da Napoli a Pechino con una Ducati percorrendo 34.000km in 70 giorni.
– Proclamazione da parte del sindaco di Las Vegas del Paolo Pirozzi Day il giorno 8 Novembre 2010
– Premiato dal Presidente della Ducati Gabriele Del Torchio come 1° uomo ad aver percorso 400.000 km con Ducati.
– Premiato dal Presidente della Ducati Gabriele Del Torchio come 1° uomo ad aver percorso 500.000 km con Ducati.
– Guinness Record – FastestMan Il giro del mondo in 13 Giorni 8 ore e 14 minuti con Ducati.

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