Crutchlow a un passo dal "Mundialito". E Honda temporeggia...
Nella seconda parte di stagione l'inglese ha conquistato solo 7 punti in meno di Marc Marquez, Campione del Mondo in carica. Ma la sua posizione nei confronti di HRC non è ancora chiara: moto ufficiale si o no?
Ricordate il famoso “Mundialito” dell’ormai lontano 2002? Se la memoria non viene in vostro aiuto, lo facciamo noi: nella prima edizione del Mondiale MotoGP, che vide le nuove 990 cc a 4T soppiantare parzialmente le fumanti mezzolitro a 2 tempi, Alex Barros guidava una vecchia Honda NSR500 del team Pons.
Il brasiliano, nonostante il pacchetto tecnico inferiore a quello degli ufficiali Rossi e Ukawa (che disponevano sin da inizio anno dell’inedita RC211V) disputò una stagione strepitosa, risultando il migliore pilota dello schieramento in sella una “obsoleta” 500 cc.
Due podi -precisamente ad Assen e Donington Park- e una serie di piazzamenti di assoluto rilievo indussero i vertici dell’Ala Dorata ad affidare al meritevole Alex una fiammante quattro tempi.
Così, sul finale di stagione, Barros potè disporre dell’ultima nata in casa HRC, l'”arma totale” a 5 cilindri a V della casa di Tokyo: il GP del Pacifico corso sul tracciato di Motegi, prima gara del brasiliano sulla RC211V, vide una straordinaria vittoria dell’alfiere del team Pons.
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Il successo in Giappone non fu però un fuoco di paglia: Barros, con pochissima esperienza sulla nuova 4T, giunse a podio nelle due gare successive (rispettivamente 3° e 2° a Sepang e Phillip Island). Nell’ultima gara della stagione, a Valencia, ripetè addirittura l’exploit di Motegi, conquistando una imperiosa vittoria sul neo-iridato Valentino Rossi e concludendo in bellezza una stagione fenomenale.
Con i “se” e con i “ma” non si fa la storia, ovviamente, ma è un dato di fatto che da quando ad Alex fu affidata la nuova RC211V, il portacolori del team Pons fece dunque addirittura meglio del Campione del Mondo in carica Valentino Rossi: nelle ultime 4 gare, quelle che disputò in condizioni di parità tecnica con il marchigiano, Barros portò a casa 86 punti contro gli 85 dell’italiano.
A questo singolare finale di stagione, che vide il brasiliano conquistare più punti di ogni altro pilota in griglia, venne dato il nome giornalistico di “Mundialito”.
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Ebbene, vi chiederete voi, qual è il nesso con l’attualità, con il Campionato 2016? Il nesso c’è, ma ci arriviamo per gradi. Perchè a distanza di ormai 14 anni la storia ormai dimenticata del Mondiale 2002 sembra quasi ripetersi.
L’alter-ego di Barros nel parallelo che vi proponiamo è ovviamente Cal Crutchlow, vera rivelazione di questa seconda parte di Campionato e pilota magicamente “rinato” dopo le prestazioni piuttosto opache degli ultimi anni.
Nell’ultima metà stagione Cal è riuscito ad ottenere svariati buoni piazzamenti (tra cui due podi) e ben due vittorie, l’ultima delle quali nell’ultimo round che si è disputato a Phillip Island.
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Avevamo già avuto modo di affrontare l’argomento nei mesi scorsi, quando avevamo auspicato l’intervento diretto di HRC per sostenere un Cal -e uno straordinario team LCR– in netta ascesa.
Addirittura avevamo considerato che dietro alla striscia positiva dell’inglese ci fosse, già allora, il sostegno diretto da parte della casa dell’Ala Dorata. Le ultime dichiarazioni di Crutchlow alla Gazzetta dello Sport, sembrano però smentire questa ipotesi. Parlando del suo futuro all’interno del team di Lucio Cecchinello, il funambolico britannico non ha nascosto una certa amarezza per il trattamento tecnico riservatogli dalla Casa Madre nonostante le ottime prestazioni:
“Così come stanno le cose e considerato il materiale che riceviamo dalla Honda, non so se potrò avere chance da titolo nel 2017. Essere in lizza per il trionfo è quasi una sfida impossibile, ma non vuol dire che non ci proverò. I risultati che stiamo ottenendo sono fantastici per la moto che abbiamo e se andiamo avanti così allora potrà puntare al titolo. Il problema è che i miei avversari sono velocissimi”
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Le ultime indiscrezioni circolate a partire da ieri pomeriggio a Sepang, ci inducono tuttavia a una riflessione più profonda.
L’eventuale ritiro di Pedrosa -ipotesi circolata in questi giorni ma per ora smentita dal diretto interessato– potrebbe aprire definitivamente le porte del team HRC proprio a Crutchlow.
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A ben guardare, infatti, il finale di stagione 2016 ha visto un Cal con davvero pochi rivali: a partire dal week-end del Sachsenring (giro di boa del Campionato) Crutchlow ha conquistato più punti di ogni altro pilota in griglia, se escludiamo -per ovvi motivi- il neocampione Marc Marquez.
Ed ecco il parallelo con Barros: nelle ultime 8 gare l’inglese ha infatti portato a casa ben 121 punti, che in un ipotetica mini-classifica di metà stagione lo vedrebbero secondo dietro a Marquez di sole 7 lunghezze (128 per lo spagnolo) e davanti a un Rossi fermo a 113. Nel “Mundialito”, insomma, Cal sarebbe secondo. E di pochissimo.
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Se è vero, come dichiarato da lui stesso, che Cal e LCR non hanno ancora un supporto adeguato da parte di Honda, la domanda sorge spontanea: cosa stanno aspettando a Tokyo?
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La classifica della seconda parte di stagione parla chiaro: Crutchlow non solo sta mettendo in mostra prestazioni da top rider, ma anche una costanza che sino ad ora, francamente -con tutta la stima che abbiamo nei suoi confronti- non gli avevamo mai potuto riconoscere.
Se poi dovesse essere confermato che a Cecchinello non è ancora concesso materiale ufficiale, i risultati dell’inglese risulterebbero ancora più straordinari, in quanto ottenuti in sella ad una moto non-factory.
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Livio Suppo, team principal di HRC, rimane sul vago quando interrogato sulla posizione di Crutchlow e LCR rispetto a Honda. E’ possibile che le dichiarazioni un po’ polemiche di Cal abbiano stizzito i vertici dell’Ala Dorata?
Sui rapporti tra la casa di Tokyo e l’inglese del team di Cecchinello, insomma, pare essere calata una cortina di fumo: è molto difficile capire quale sia la posizione di Honda e se per Cal ci siano possibilità concrete di salire su una moto ufficiale a tutti gli effetti, fuori o dentro al team HRC.
Abbiamo l’impressione che di tutta questa faccenda ne sentiremo parlare ancora, magari con una maggiore chiarezza dalle parti interessate. Stay tuned…
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