Nerve Autonomous Street Racer: inizia l'era delle moto a guida autonoma?
Accelera da 0 a 100 in 1.5 secondi e raggiunge i 300 km/h, il tutto senza pilota. E' la Nerve Autonomous Street Racer, la moto danese che apre la strada alla guida autonoma su due ruote
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La nuova frontiera dell’automobilismo sono le macchine a guida autonoma, che negli ultimi mesi non hanno mancato di sollevare accese polemiche riguardo alla loro sicurezza. Ma se queste auto totalmente indipendenti lascino ancora più di qualche perplessità in merito alla millantata “infallibilità” del cervello che le governa, c’è anche un altro aspetto che fa storcere il naso a qualcuno.
Quel “qualcuno” sono gli appassionati di guida, e ovviamente il nodo della questione è il piacere di guidare: per chi ama mettersi al volante, queste auto a guida autonoma non solo rappresentano un potenziale pericolo per la sicurezza stradale, ma anche la morte di qualunque entusiasmo… da pilota.
C’è però da dire che la maggior parte delle persone vive l’automobile come un mezzo di trasporto per spostarsi dal punto A al punto B, per cui nell’automotive la cosa potrebbe anche avere senso: la moto, ovviamente, è un’altra cosa, è un veicolo in cui uomo e mezzo meccanico si fondono insieme, per il quale il piacere di cavalcare la propria due ruote è il vero motivo che ci spinge ad affrontare vento, pioggia, caldo d’estate e freddo d’inverno.
La guida autonoma, però, potrebbe non rimanere un’esclusiva delle quattro ruote: è stata infatti svelata in questi giorni la Nerve, superbike elettrica danese che promette prestazioni da capogiro in… totale autonomia. La Autonomous Street Racer -questo il nome del modello- è il risultato di un progetto partito nell’ormai lontano 2002, e pare sia in grado di garantire dati di accelerazione e velocità massima degni delle più moderne super-sportive: si parla di 300 km/h di velocità di punta, e appena di 1.5 secondi per coprire lo 0-100.
Riteniamo molto difficile che ci sia qualche motociclista entusiasmato da questa notizia, ma se i dati dovessero essere confermati, bisogna ammettere che sono un risultato notevole: è improbabile che questo sia il futuro delle superbike, ma chissà che questa tecnologia non possa venire applicata in futuro a scooter e commuter urbani…
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