Sic SM Day 2016: Paolo Simoncelli spiega gli obiettivi

Il padre dell'indimenticato pilota di Coriano spiega le iniziative benefiche della Fondazione Marco Simoncelli alla vigilia dell'evento di Latina.

Di Adriano Bestetti
Pubblicato il 20 nov 2016
Sic SM Day 2016: Paolo Simoncelli spiega gli obiettivi

Manca solo una manciata di giorni al SIC Supermoto Day 2016, in programma il 26 e 27 novembre sul tracciato de “Il Sagittario” di Latina, evento nato per celebrare la memoria del grande Marco Simoncelli nel segno della passione per la moto e per sostenere le iniziative benefiche della Fondazione a lui intitolata.

La formula proposta per il Sic Day 2015 a Misano Adriatico non ha soddisfatto gli organizzatori in quanto non sono state raggiunte cifre importanti da devolvere, e questo ha parzialmente influito sulla decisione di riportare l’evento sul tracciato laziale, che ne aveva ospitato le prime edizioni.

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Alla vigilia del Sic SM Day 2016, Paolo Simoncelli – padre dell’indimenticato pilota di Coriano e tra le figure di riferimento della Fondazione Marco Simoncelli – ha comunque ribadito l’impegno benefico di questa onlus e lo spirito che la anima in questo genere di iniziative.

Ricordiamo che l’impegno della Fondazione Marco Simoncelli ha portato tra l’altro alla donazione di un’ambulanza alla Croce Rossa e al sostegno nella realizzazione del Centro Diurno per Ragazzi Disabili a Coriano, la cittadina dove è cresciuto lo scomparso pilota romagnolo (che si vedono in queste foto).

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Queste le considerazioni di Paolo Simoncelli rilasciate nel corso di una recentissima intervista:

Quali sono state le opere più importanti realizzate e quali saranno le prossime a cui il SIC SM Day potrà contribuire?

“Essendo una fondazione piccola ci dedichiamo ad un solo progetto alla volta e ancora siamo nel pieno di quello ormai annunciato 3 anni fa. Stiamo costruendo un centro diurno per ragazzi disabili a Coriano. I lavori sono iniziati lo scorso novembre e continueranno fino al prossimo. Nel frattempo abbiamo aiutato la croce rossa di Rimini ad acquistare un autoambulanza pediatrica, loro come ringraziamento hanno messo il volto di Marco sulla fiancata del veicolo”.

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Marco aveva questa propensione e capacità di aiutare il prossimo?

“Non eravamo certamente ai livelli di fondazione, non faceva allora quello che la fondazione sta facendo oggi, si era solo trovato bene e aveva imparato tanto andando a trovare dei ragazzi affetti da gravi disabilità vicino a casa sua, nella comunità di Montetauro”.

Quali sensazioni/emozioni si provano adoperandosi per gli altri?

“Inizialmente non sapevamo cosa volesse dire aprire una fondazione per aiutare gli altri. Oggi, dopo aver incontrato i bambini dell’orfanotrofio della Francesca Rava Fondazione, a San Pedro de Macoriz nel 2012, so che la vita non gliela cambi, di certo non noi che non siamo l’Unicef o La Caritas, ma permettimi, qui cito Jojo Moyes: “Sapere che nella vita hai delle possibilità è un lusso”, e sapere che gliele possiamo aver date noi è un motivo di grande soddisfazione”.

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Parliamo di Federico Capogna. Nonostante lo scorso anno non sia stata raccolta una grandissima cifra, ha avuto l’opportunità di comprendere i punti di forza e quelli di debolezza di questa manifestazione. Adesso, un anno dopo, è tornato più forte di prima proponendo un evento come sempre interessante come fosse la prima edizione.

“Di solito, quando un evento riesce male quindi non riesce, si molla. C’è chi cambia location, chi cambia format e chi addirittura cambia anche il destinatario finale. Voglio dire che poteva benissimo fare un altro evento, diverso, e raccogliere i soldi per altre fondazioni che, come noi, aiutano altri bambini o destinarli a chi aiuta le vittime post incidenti stradali, invece lui (Federico) non ha mollato. E’ ancora qui a cercare di darci una mano, è tornato a casa nella sua città con la stessa voglia di fare del primo anno”

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