Amarcord: 53 anni fa il debutto di Tarquinio Provini sulla Benelli 250 4 cilindri

Quando Provini giunse in gran segreto a Pesaro e provò la Benelli 4 cilindri

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 28 nov 2016
Amarcord: 53 anni fa il debutto di Tarquinio Provini sulla Benelli 250 4 cilindri

Cinquantatre anni fa, in una fredda mattinata di fine novembre, una fiammante Mercedes Pagoda bianca varcava i cancelli della fabbrica Benelli, in via Mameli a Pesaro. Dall’auto scendeva Tarquinio Provini, 30enne pilota ufficiale della Morini, plurititolato iridato e tricolore (quando valeva oro), mattatore con la monocilindrica bolognese del mondiale 250 1963, perduto per un “niente” nell’ultima gara iridata di pochi giorni prima, a Suzuka, nel GP del Giappone.

Che ci faceva Tarquinio a Pesaro, nella “tana del lupo”, il pilota già ufficiale Mondial, MV Agusta e Morini, da anni acerrimo avversario della Casa del Leoncino? Questa la domanda che si ponevano i primi appassionati accorsi di gran lena richiamati dal tam-tam partito chissà da chi. La risposta veniva da una doppia esigenza: entrambi, sia la Casa pesarese sia il pilota piacentino volevano dare una svolta alla loro attività agonistica. La Benelli sostituendo il fido e pur validissimo Silvio Grassetti – campione di gran stoffa, fatto in casa – e Provini abbandonando la mitica monocilindrica bolognese per salire finalmente su una quattro cilindri e battersi alla pari con le pluricilindriche del Sol Levante.

Subito dopo il GP di Suzuka, al rientro in Italia, all’aeroporto romano di Fiumicino, c’era stato il primo approccio … “segreto” fra Provini e Paolo Benelli, ds della Casa pesarese e figlio dell’indimenticabile campione Tonino. Poche parole e l’intesa subito trovata e sancita con una stretta di mano con l’arrivederci la settimana successiva a Pesaro per la sigla del contratto dopo un primo breve test di Tarquinio sulla “quattro” grigio-verde. Così fu.

A mezzogiorno la nebbiolina felliniana fece posto al sole baciando in modo augurale la prima uscita di Provini sul bolide pesarese. L’evento ebbe luogo a una manciata di chilometri da Pesaro, presso l’autostrada allora in costruzione, sul rettilinio di Pozzo, da sempre teatro delle prove stradali delle moto da corsa Benelli.

La moto di questa prima sgroppata era quella portata brillantemente in gara da Grassetti (e da Derek Minter) nell’ultimo GP delle Nazioni a Monza di due mesi prima, gara dominata proprio dal binomio Provini-Morini. Era presente, oltre a tutta l’equipe del reparto corse, l’intero staff dirigenziale della Casa, a cominciare dal presidente Ing. Giovanni Benelli e dal fratello Mimmo, già ds ai tempi dei trionfi iridati di Dario Ambrosini e di quelli del TT inglese con Ted Mellors.

L’emozione era davvero forte e quando Provini avviò il motore liberando le inimitabili note del “quattro cilindri” un fragoroso applauso della folla lì convenuta lanciò di fatto la nuova avventura del pilota italiano più forte e carismatico nel mondo in sella alla moto italiana all’epoca più moderna e potenzialmente più forte. Chi scrive queste note era lì, ragazzino in bicicletta, dopo aver marinato la scuola perché il tam-tam della grande novità l’aveva raggiunto. Il giorno dopo tutta la stampa mondiale lanciò la notizia aprendo per i motociclismo italiano una nuova pagina di speranza e di gloria.

Durante l’inverno, quella moto fu praticamente rifatta e debutterà con poca fortuna il 19 marzo 1964, con la nuova livrea bianco-rossa, all’autodromo di Modena, gara trionfale per la Morini (“Vinciamo anche senza Provini” disse raggiante il Comm. Alfonso…) con il nuovo arrivato, quasi baby per l’epoca, Giacomo Agostini e proprio con Silvio Grassetti, passato armi e bagagli dalla Casa pesarese a quella emiliana.

Per il nuovo binomio Provini-Benelli sarà un inizio difficile, cui però seguiranno presto nuovi successi in Italia e nel mondiale fino alla drammatica giornata del 1966 al Tourist Trophy dove una gravissima caduta in prova pose fine alla straordinaria carriera di Tarquinio, uno dei più amati e più forti piloti del motociclismo mondiale di tutti i tempi.

Foto: Tarquinio Provini per la prima volta sulla Benelli 250 4 cilindri nel test di fine novembre 1963 su strada aperta al traffico nei pressi di Pesaro

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