Moto3 2017, la “volta buona” degli italiani. Nicolò Bulega “condannato” a vincere

Corsa al titolo 2017: Fenati, Bastianini, Antonelli? O i ragazzi terribili Bulega e Di Giannantonio?

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 30 dic 2016
Moto3 2017, la “volta buona” degli italiani. Nicolò Bulega “condannato” a vincere

Campionato Mondiale Moto3 2017 – Il 2016 ha dimostrato una forte crescita tecnica e agonistica della Moto3 iridata a premessa di un 2017 ancora più esaltante. I “giovani leoni” italiani saranno sicuramente fra i protagonisti del mondiale, in grado di battersi per il podio e la vittoria in ogni gara e anche per il titolo iridato. La pattuglia tricolore è composta da nove ragazzi terribili (gli italiani erano 11 nel 2016 e 10 nel 2015): Romano Fenati (Honda) 21 anni, Nicolò Bulega (Ktm) 17 anni, Toni Arbolino (Honda) 17 anni, Andrea Migno (Ktm) 21 anni, Fabio Di Giannantonio (Honda) 19 anni, Niccolò Antonelli (Ktm) 21 anni, Enea Bastianini (Honda) 19 anni, Lorenzo Dalla Porta (Mahindra) 20 anni, Marco Bezzecchi (Mahindra) 19 anni. L’età è riferita al 2017.

Ognuno dei nove piloti è diverso per esperienze e caratteristiche tecnico-agonistiche ma tutti hanno le qualità e i mezzi tecnici adeguati per battersi ai vertici sapendo che la categoria cadetta è estremamente combattuta, quindi molto difficile e non priva di rischi, come dimostrano le tante cadute del 2016 che hanno condizionato i risultati. A parte gli stranieri, nel 2017 con minori chances del passato – pur se con esponenti di tutto rispetto fra i quali spiccano Joan Mir (Honda) 20 anni nel 2017 e Jorge Martin (Honda) 20 anni ecc. – saranno i “nostri” a giocarsi la vera partita per il titolo di campione del Mondo.

Alla sua sesta stagione Romano Fenati, il nostro driver più esperto e solido in pista anche se col carattere… ballerino, tenta l’ultimo assalto mondiale nella Moto3 nella logica: “O la va o la spacca”. L’asso ascolano, pilota talentuoso e da risultato, dopo le note burrascose vicende del 2016 (che non stiamo qui a ricordare per carità di patria) cerca non tanto rivincite ma il suggello del titolo iridato per dare una prospettiva significativa alla propria carriera. Fenati, insieme a Bastianini (secondo e terzo negli ultimi due mondiali) e ad Antonelli – due “tosti” che non temono nessuno – forma il tris di piloti più “esperti”, cui va d’obbligo la palma dei favoriti 2017. Ma i tre sono in buona compagnia di giovanissimi dagli artigli d’acciaio.

Già super rookie 2016, Fabio Di Giannantonio è atteso a confermare e ad estendere quanto di buono – anzi di eccellente – ha fatto in questa sua prima stagione in un crescendo rossiniano che ha stupito solo chi non lo conosceva. Il 19enne capitolino ha le qualità e il… “fisico giusto” – nonché il Team “su misura” con poche parole e tanti fatti – per chiudere l’esperienza nel 2017 in Moto3 con un grande risultato e puntare decisamente a nuovi lidi.

Idem per Nicolò Bulega, indubbiamente la punta di diamante del nostro vivaio grazie alle notevoli potenzialità che solo in parte si sono tradotte in eclatanti risultati nel debutto mondiale del 2016 sostanzialmente a causa di incidenti per lo più provocati da altri in bagarre. Pur con il titolo del Cev mondialino Nicolò è partito nella Moto3 iridata 2016 come un “signor nessuno” – sottovalutato anche nella sua squadra – imponendosi poi di forza sul campo, da subito fra i protagonisti, quasi sempre in lotta per la pole e per il podio, pur senza aver mai visto la maggior parte dei circuiti. Bulega non è ancora un pilota “completo” (e chi lo è al debutto!) ma ha lanciato lampi di … genio che prefigurano il “fuoriclasse”, sempre il colpo in canna, mira dritto e non molla, con l’occhio gelido del killer e il dito fermo sul grilletto: un raffinato finisseur con la zampata del leone famelico.

Insomma un potenziale re della foresta cui manca solo la corona per entrare nel firmamento dei big. E’ “strutturalmente” il nostro pilota più promettente per l’iter successivo nelle categorie superiori. Questo non perché Nicolò è un … “raccomandato” e “spinto” da un Team con Valentino Rossi “padrino” ma semplicemente perché dispone di un mix di caratteristiche sintetizzate in quella che una volta si chiamava “classe”, con quel talento e quella voglia di vincere e di arrivare esattamente dove ha deciso di arrivare. Punto.

Una carriera su un tappeto di rose e fiori? Tutt’altro. Un percorso accidentato e impervio, con tanti rischi, a cominciare da quello di una eccessiva sovraesposizione (non solo mediatica) e di un soffocamento dei suoi… fan. Nel 2017, Nicolò è “condannato” a vincere, solo così compie davvero il primo passo pesante che può condurlo sulla via dell’Olimpo dei grandi. Altrimenti resta solo una bella promessa. Ma, ripetiamo, uno così, se nel 2017 conferma il proprio iter di crescita a suon di risultati e punti roventi in classifica, è il pilota giusto utile al motociclismo italiano del dopo Rossi. Mettiamo il carro davanti ai buoi? Semplicemente, constatiamo quel che è, con l’obbligo di anticipare quel che sarà.

E gli altri? Arbolino, Migno, Dalla Porta, Bezzecchi? Ognuno saprà farsi valere nella logica di outsider, se pur di lusso. E non è poco.

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