MotoGP, il figlio di Ezpeleta in pole position: il “clan” Dorna e la FIM soprammobile
Il boss Ezpeleta fa e disfa come gli pare portando anche il figlio ai vertici MotoGP
Campionato del Mondo MotoGP 2017 – La Dorna e il suo boss Carmelo Ezpeleta non si smentiscono dimostrando con i fatti, per chi nutrisse ancora dubbi, chi è il padrone assoluto e indiscusso del Motomondiale. Il sito Motorsport.com annuncia che a sostituire nella Race Direction della MotoGP il dimissionario Javier Alonso è Carlos Ezpeleta, il figlio di Carmelo. Fra Carlos e Carmelo non c’è molta differenza sul nome e avendo lo stesso cognome si capisce come funziona il “gioco” nella società che gestisce il Circus delle corse, Motomondiale-MotoGP dal 1992 e mondiale SBK dal 2013.
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Cos’è la Race Direction? E’ lo strumento di controllo che ha grandi poteri per la MotoGP decidendo di fatto in tempo reale su ogni gara, con la mannaia sul collo di tutti, fino a poter comminare sanzioni ai piloti e addirittura escluderli per atti ritenuti “fuori norma”. Per indorare la pillola, Dorna inserisce nella Race Direction anche l’ex pilota Loris Capirossi, ufficialmente uomo della FIM (Federazione motociclistica internazionale che dovrebbe presiedere – super partes – il giocattolo del Motomondiale garantendole autonomia ecc.), di fatto un’altra pedina della Dorna. Completano la temutissima e ambitissima Race Direction i confermati e noti Franco Uncini e Mike Webb.
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Basta? No, perché nell’altro importante strumento delle corse, la Safety Commission, entra lo stesso Carlos Ezpeleta (ci sono anche Capirossi e Uncini) accanto a papà Don Carmelo. L’unione, si sa, fa la forza ma in questo caso sorge il dubbio che il motociclismo mondiale sia sempre più in mano a un … clan. La controprova? Il numero due del WSBK (responsabile media) David Arroyo è figlio di Manuel Arroyo, boss dei diritti televisivi (cioè il rubinetto finanziario della Dorna) nonché, di fatto, vice del gran patron Ezpeleta. Ultimo acquisto, quello di Alberto Puig, neo “consulente” Dorna per le attività sportive.
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Ora, tutti conoscono il valore delle aziende familiari, con la “staffetta” fra padri e figli che tiene in piedi tante imprese. Ma, appunto, di aziende familiari trattasi. Anche la Dorna – spagnola ma multinazionale – è una azienda familiare? Non lo è ma – si dirà – è pur sempre una società “privata” che con i propri soldi fa quel che vuole e mette ai vertici e nel suo staff chi gli pare.
Ma era proprio così quando la FIM passò il testimone alla Dorna per un piatto di lenticchie? A prescindere dal valore del giovane Carlos – cui auguriamo buon lavoro – c’è una evidente invasione di campo familiare e – perché no –di fatto un conflitto di interessi che non fa bene a nessuno, tanto meno alla credibilità della Dorna e al suo patron Ezpeleta. A Capirossi e a Uncini va bene così, anzi benone. I vertici della FIM brillano per la loro assenza, contenti di aver trasformato la Federazione internazionale in un soprammobile. Più che polveroso, inutile.