Lorenzo-Ducati, potenzialità e rischi. L’iride torna a Borgo Panigale?

Potenzialità e rischi della nuova coppia della MotoGP 2017, Jorge Lorenzo e Ducati. L’iride torna a Borgo Panigale?

Di Massimo Falcioni
Pubblicato il 10 gen 2017
Lorenzo-Ducati, potenzialità e rischi. L’iride torna a Borgo Panigale?

Campionato del Mondo MotoGP 2017 – Si continua a scrivere e a dire che il leitmotiv della stagione MotoGP 2017 è la nuova accoppiata Jorge Lorenzo e Ducati. Una facile previsione per il valore di un pilota qual è il maiorchino e per il potenziale della DesmosediciGP di Borgo Panigale. Un nuovo binomio, almeno sulla carta, in grado di battersi per la vittoria in ogni gara e anche per il titolo iridato ma con punti interrogativi cui solo la pista fra poche settimane sarà in grado di rispondere. Il can can mediatico sul passaggio di Lorenzo alla Ducati (25 milioni di euro per due anni) è una operazione di marketing utile alla Casa italiana anche se c’è sempre da mettere nel conto l’effetto boomerang con l’eventualità – Dio non voglia – di ripetere l’esperienza già vissuta nel 2011 e 2012 con Valentino Rossi, un flop di cui ancora sia il pilota pesarese sia la Casa italiana portano i segni negativi.

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Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti e quindi si deve valutare questo nuovo progetto che rilancia le chances Ducati e mette pepe a tutta la MotoGP, con fiducia e con ottimismo. D’altronde, un pilota che, come Jorge (30 anni a maggio), ha vinto cinque mondiali (di cui tre nella Premier class con 44 vittorie, 107 podi, 30 pole, 28 giri veloci) ed è da 16 anni fra i massimi protagonisti del Motomondiale, non ha certo bisogno di presentazioni. Ma ciò non significa che – dopo le ultime nove stagioni con Yamaha – il successo della nuova avventura del maiorchino con la Casa bolognese sia scontato. Il 2016 è stato per Ducati un anno di svolta, con momenti molto positivi, ma anche con ricadute (a volte dovute anche alla difficile coabitazione fra Iannone e Dovizioso) che hanno raffreddato gli entusiasmi di chi puntava più in alto.

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C’è anche da ricordare che la scorsa stagione era caratterizzata dal cambio dei regolamenti tecnici con novità di rilievo specie per l’elettronica (centralina unica e software unificato) e per le nuove gomme Michelin da 17 pollici al posto delle precedenti Bridgestone da 16,5” che non pochi problemi hanno dato poi proprio a Jorge Lorenzo, specie all’anteriore e in particolare in condizioni di non asciutto. Non erano scuse, quelle di Jorge, perché la gomma da 17 predilige una guida brusca, con grandi staccate, possibili solo se si “carica” la gomma anteriore facendola lavorare più possibile. Quindi i problemi ci sono stati per tutti sui circuiti con guida di minor irruenza e in particolare per piloti come Lorenzo, dalla guida meno aggressiva, più “morbida”.

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I nuovi regolamenti hanno messo in difficoltà quasi tutti i Team e i piloti – in primis all’inizio Honda e Marquez – alla ricerca di una nuova messa a punto ottimale delle moto, con nuovi equilibri, in particolare rispetto ai problemi della frenata, della percorrenza in curva, della accelerazione. La centralina unica e il software unificato (con meno regolazioni, con il ripristino dell’ottimizzazione della mappa motore, con la nuova messa a punto della ciclistica privilegiando l’aspetto meccanico con interventi sulle sospensioni ecc.) ad inizio 2016 hanno “livellato” i valori in campo favorendo di fatto la Ducati che aveva sempre lavorato con Marelli, quindi conoscendo bene quella centralina. Via via, come si ricorderà, gli avversari recuperarono, specie Honda, capace poi grazie anche a super-Marquez di far suo il mondiale.

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C’è però da aggiungere che Ducati aveva al suo arco altre frecce: il motore di gran potenza e sempre meglio gestibile a tutti i regimi e un gran bel Team affiatato attorno al suo direttore tecnico. Peccato che i nuovi regolamenti 2017 abbiano eliminato le “alette” avviate e sviluppate sulla DesmosediciGP. Quelle frecce Ducati le rilancia nella stagione 2017, con ancora maggior convinzione e possibilità di successo avendo lavorato intensamente per realizzare un nuovo bolide, meno “ruvido” e adatto alle caratteristiche di guida fluida e da “orologio svizzero” di Lorenzo (molto vicine a quelle di Andrea Dovizioso), anche con il prezioso contributo del “collaudatore” speciale Casey Stoner.

La dirigenza Ducati racing, senza peli sulla lingua, ha ribadito che “per la prima volta dopo tre anni ci sono le condizioni tecniche e umane per puntare al titolo iridato MotoGP” e di poter cominciare il mondiale col … “botto” dato che nella prima di Losail nel 2016 vinse proprio Lorenzo (su Yamaha) con Dovizioso secondo, così come nel 2015. Insomma, segnali di buon auspicio anche per questo inizio di mondiale 2017 che parte fra poco più di due mesi proprio in Qatar. Bene, anzi benone. In caso di intoppi, vietato cercare scuse.

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