Crivillé chiede scusa: "Il somaro sono io, mi sono espresso male"

Avevano fatto discutere le dichiarazioni di Alex Crivillè, che qualche giorno fa si era polemicamente scagliato contro il fisco spagnolo, in un invettiva verbale ai microfoni di Catalunya Radio.

L’ex campione della 500 aveva attaccato l’oppressivo sistema tributario della Corona, che a suo dire è il principale responsabile della “fuga” all’estero di personaggi famosi e sportivi di livello: per salvaguardare i propri redditi da uno Stato eccessivamente pretenzioso essi sarebbero costretti, stando alle parole di Crivillè, a trasferirsi armi e bagagli -o meglio, capitali e bagagli- nei paradisi fiscali.

Il catalano aveva anche affermato come questa costituisse l’unica soluzione per non vedere i propri guadagni dilapidati dallo Stato, aggiungendo che chi non scappa “E’ un somaro”.

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A distanza di due giorni, però, il 47enne di Seva ha corretto il tiro, ritirando tramite i social network le sue affermazioni piuttosto… rischiose, considerando anche il fatto che il nome di Crivillè era già comparso nell’ambito dello scandalo Panama Papers. Sul suo profilo Twitter, Alex ha chiesto scusa per quanto dichiarato, mettendo in chiaro di essere egli stesso un contribuente del fisco spagnolo:

“Voglio scusarmi per il modo in cui mi sono espresso ieri. Se qui c’è un asino, quello sono io, per essermi spiegato male. Perchè io pago le tasse in Spagna!”

Che dietro a questo dietrofront ci sia lo zampino dei suoi avvocati, che gli hanno consigliato di ritirare quanto detto, oppure si tratta solo di buon senso?

Quiero disculparme sobre la forma en la que me expresé ayer. Si hay algún burro ese soy yo por explicarme mal.¡Poque yo tributo en España!

— Alex criville (@criville_alex) 14 gennaio 2017